Nella basilica di San Giovanni in Laterano in Roma, la più antica della cristianità, è stata celebrata il 4 dicembre 2019 la messa solenne di Santa Barbara, patrona della Marina militare.
Presieduta da monsignor Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia, la celebrazione eucaristica, si è svolta in una basilica gremita. Quasi mille persone a testimonianza della vicinanza e dell’affetto della popolazione per la Forza armata hanno voluto essere presenti per onorare solennemente il martirio di santa Barbara, patrona di coloro che operano in condizione di pericolo di morte violenta e improvvisa.
Il capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, ha preso parte alla celebrazione. In rappresentanza delle istituzioni era presente il presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, onorevole Gianluca Rizzo. Presenti anche le rappresentanze dei corpi dell’Artiglieria, del Genio e dei Vigili del fuoco.
Don Marcello Calefati, vicario episcopale della Marina, nel saluto al vescovo ha ricordato, tra l’altro, i 60 anni dell’operazione Vigilanza pesca, sottolineando come la Marina presidi il canale di Sicilia da generazioni, molto prima che il fenomeno delle migrazioni assumesse risonanza nazionale e divenisse questione politica e sociale.
L’omelia di monsignor Marcianò ha messo l’accento su un fraintendimento purtroppo molto comune: troppi ancora identificano il mondo militare con la guerra, dimenticando l’opera reale di pace svolta, non solo sul piano delle strategie politico-organizzative ma anche nella dimensione antropologica, educativa.
La musica della banda della Marina militare, diretta dal maestro Antonio Barbagallo, e i canti del coro dell’Aventino, diretto dal maestro Fabio Avolio, hanno sottolineato i passaggi più emozionanti della santa messa.
Verso il termine della celebrazione un ufficiale ha letto la toccante Preghiera del marinaio, scritta per la Marina nel 1902 da Antonio Fogazzaro.
A fine celebrazione l’ammiraglio Cavo Dragone ha rivolto un breve saluto ai presenti nel quale ha voluto ricordare, in particolare, gli equipaggi delle navi, impegnati in importanti missioni per la sicurezza degli spazi marittimi e il mantenimento della pace, e tutto il personale operante in Italia e all’estero. Infine, ha rivolto un pensiero ai militari rimasti feriti nell’attentato dello scorso 10 novembre in Iraq, tre dei quali appartenenti ai corpi speciali della Marina. Mentre le loro condizioni fisiche sono buone, ora la Marina - ha sottolineato l’ammiraglio - sarà loro vicina nel più delicato recupero psicologico.