Gli USA rivoluzionano i calibri delle armi di fanteria

(di Tiziano Ciocchetti)
21/01/20

I recenti teatri operativi, come l’Afghanistan, l’Iraq e la Siria, hanno evidenziato come le forze occidentali si trovassero in difficoltà negli scontri a fuoco contro gruppi di miliziani jihadisti armati con fucili d’assalto/LMG ex sovietici AK47/AKM, RPD in calibro 7,62x39 mm e 7,62x54 mm.

Le piattaforme della coalizione (M-16A4/M-4A1, C-7/8, SC-70/90, SA-80, FN-MINIMI/M-249 SAW), tutte in calibro 5,56x45 mm, non raggiungevano le prestazioni balistiche delle armi sopracitate, ecco quindi la necessità dell’U.S. Army di lanciare un programma per un nuovo fucile d’assalto e una nuova arma di squadra.

Lanciato ufficialmente nel 2018, come ampliamento del programma NGSAR (New Generation Squad Automatic Rifle), il nuovo programma risulta suddiviso in due parti: NGSW-R (New Generation Squad Weapon-Rifle) e NGSW-AR (New Generation Squad Weapon-Automatic Rifle), ed è volto a sostituire le M-249 SAW e la serie M-16/M-4A1.

Tra le tre aziende finaliste risulta esserci anche la SIG Sauer (che tre anni fa si è aggiudicata la gara per la nuova pistola dell’U.S. Army con il modello P-320), che recentemente al SOFIC (Special Operations Forces Industry Conference) a Tampa, ha presentato entrambe le sue proposte per soddisfare i requisiti dell’U.S. Army.

Per quanto riguarda l’esigenza per un nuovo fucile d’assalto, l’azienda svizzero-tedesca, ha realizzato una versione modificata dell’MCX-MR (Medium Range) in calibro 6,8x51 mm (con capacità del serbatoio di 20 colpi) – originariamente configurato in 7,62x51 mm per il programma CSASS (Compact Semi Auto Sniper System), vinto poi dalla Heckler & Koch con il G-28 - provvisto di una calciatura estensibile in polimeri; il sistema di funzionamento impiega un gas piston a corsa lunga.

Internamente alla faccia dell’otturatore troviamo due espulsori a puntone; esternamente si evidenzia la presenza di due levette di armamento: la classica a T sul modello M-4, ambidestra e posizionata sulla parte superiore, più una posta lateralmente e ripiegabile. Per quanto riguarda i comandi di sgancio del caricatore a scatola troviamo una leva su entrambi i lati dell’arma.

Mentre per la versione LMG (Light Machine Gun) la SIG Sauer propone una mitragliatrice compatta (sempre in calibro 6,8x51 mm) dotata di calciatura in polimero telescopica (e ribaltabile, sul modello ARX), con un fusto di alluminio e dotato di un corto sportello di alimentazione. Il senso di alimentazione del nastro sarebbe reversibile dall’operatore, la levetta d’armamento è posizionata sul lato destro.

La finestra di espulsione dei bossoli è collocata in basso sul lato destr dell’arma. Il selettore di fuoco dispone di tre posizioni: sicura, semi-automatico e raffica libera. La mitragliatrice della Sig adotta un sistema a sottrazione di gas, con canna parzialmente rinculante, al fine di gestire meglio il rinculo durante il tiro a raffico.

Il comune denominatore dei tre progetti in gara è il nuovo calibro 6,8x51 mm. La SIG Sauer ha sviluppato il 6,8 Hybrid (foto), una cartuccia ibrida bi-metallica (bossolo in ottone e fondello in acciaio).

Le armi della SIG sono certamente più convenzionali rispetto a quelle presentate dagli altri due concorrenti, soprattutto rispetto all’RM-277 (v.articolo) delle GD/BDT (in configurazione bullpup), tuttavia si basano su piattaforme già sperimentate e apprezzate da diverse forze speciali occidentali.

Foto: U.S. DoD / SIG Sauer