L’Occidente non vuole più impegnarsi in operazioni terrestri (i cosiddetti boots on the ground), quindi, negi ultimi anni, ha fatto ricorso agli interventi aerei, sia con i vettori pilotati, sia con un massiccio impiego degli APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto).
Inoltre, la classe politica, non vuole che si verifichino danni collaterali, in quanto avrebbero un effetto negativo sull’opinione pubblica. Ovvero, come definito dal dipartimento di Stato americano, lesioni involontarie o danni a persone od oggetti che rappresentino obiettivi militari legittimi nelle circostanze del momento. Tali danni non sono illegali fintanto che non sono eccessivi in proporzione al vantaggio militare complessivo previsto dall’attacco.
Quindi, grazie all’evoluzione del drone armato, le forze armate occidentali (soprattutto quelle americane) possono colpire i propri obiettivi eliminando i rischi per il personale impiegato. Tuttavia, in special modo in ambiente urbano, la possibilità di arrecare danni ai non combattenti rimane eccessivamente elevata.
Per questo motivo, il Pentagono, ha sviluppato una nuova versione del missile a guida laser AGM-114R HELLFIRE, in grado di colpire un obiettivo senza arrecare danni al di fuori di esso, denominato AGM-114R9X.
I Reaper americani, equipaggiati con il nuovo HELLFIRE, sono stati gli autori di una decina di attacchi, negli ultimi anni.
Il nuovo HELLFIRE, al posto della testa esplosiva, ha un cilindro metallico inerte a sei lame che si propagano verso l’esterno poco prima di colpire l’obiettivo. Il cilindro metallico ha la funzione di penetratore, permettendo al missile di perforare anche superfici relativamente solide (il peso del missile rimane comunque intorno ai 50 kg).
Lo scopo delle lame sarebbe quello di implementare le probabilità di successo, soprattutto contro bersagli in movimento, aumentando anche il raggio d’azione del missile.
Raggio d’azione è limitato dall’estensione delle lame stesse, le quali dovrebbero essere di 45 cm (quindi i nuovi HELLFIRE dovrebbero avere un raggio d’azione di circa 1 metro).
Le lame dovrebbero essere fissate sul penetratore e ripiegate all’indietro, all’interno del missile. Non risulta ancora chiaro se le lame si estendano un momento prima di colpire l’obiettivo oppure all’impatto, sfruttando l’effetto della forza di gravità.
Il Wall Street Journal ha pubblicato, utilizzando fonti del Pentagono, ha rivelato che il nuovo HELLFIRE sarebbe stato impiegato contro obiettivi in Libia, Siria, Yemen, Iraq e Somalia.
Lo scorso 3 dicembre, un AGM-114R9X ha centrato una Mitsubishi Delica ad Atmeh (foto sotto), nel nord della Siria, uccidendo Abu Ahmad al-Muhajir, esponente di spicco del gruppo salafita Hayat Tahrir al-Sham. Quattro giorni dopo, nei pressi di Aleppo, a bordo di una Hyundai Santa Fe, è stato ucciso Abu Sanad, membro dell’ISIS. Mentre il 12 gennaio 2020, in Afghanistan, è stato eliminato, a bordo di una Toyota Corolla il responsabile delle operazioni finanziarie dei talebani, il pachistano Muhib Ullah.
Quindi, lo scopo del nuovo HELLFIRE è quello di eliminare i bersagli senza causare danni collaterali, ormai intollerabili per i governi occidentali.
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