Il National Security Strategy del governo statunitense pubblicato nel dicembre 2017 fornisce un’occasione per cercare di fare un primo bilancio (dopo tre anni di governo) sulla politica internazionale del presidente Trump, nell’anno delle elezioni presidenziali, e sulla dottrina strategica che ispira la sua Amministrazione, le sue scelte e le sue prese di posizione per quanto concerne le relazioni dell’America con il resto del Mondo.
Il documento comincia spiegando al lettore i motivi per cui Trump ha vinto le elezioni del 2016:
Il popolo americano mi ha eletto per rendere di nuovo grande l'America. Ho promesso che la mia amministrazione avrebbe messo al primo posto la sicurezza, gli interessi e il benessere dei nostri cittadini. Ho promesso che avremmo rivitalizzato l'economia americana, riorganizzato i nostri militari, difeso i nostri confini, protetto la nostra sovranità e fatto avanzare i nostri valori.
Secondo la maggior parte degli analisti, l’Impero americano sta vivendo un momento di stanca: si potrebbe definire una lunga stanchezza imperiale.
Durante il mio primo anno in carica, hai assistito alla mia prima politica estera americana in azione. Stiamo dando la priorità agli interessi dei nostri cittadini e proteggendo i nostri diritti sovrani come nazione. L'America è di nuovo leader della scena mondiale. Non ci stiamo nascondendo dalle sfide che affrontiamo. Le stiamo affrontando e perseguendo opportunità per promuovere la sicurezza e la prosperità di tutti gli americani.
Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, gli americani, hanno cominciato a lanciarsi in operazioni militari poco comprensibili dal punto di vista strategico, Afghanistan e Iraq, definendola WAR ON TERROR (come se avesse una logica dichiarare guerra a una strategia, cioè quella del terrorismo).
Gli Stati Uniti affrontano un mondo straordinariamente pericoloso, pieno di una vasta gamma di minacce che si sono intensificate negli ultimi anni. Quando sono entrato in carica, i regimi canaglia stavano sviluppando armi nucleari e missili per minacciare l'intero pianeta. I gruppi terroristici islamici radicali stavano fiorendo. I terroristi avevano preso il controllo di vaste aree del Medio Oriente. Le potenze rivali stavano minando in modo aggressivo gli interessi americani in tutto il mondo.
Un Impero è una entità statuale che estende il proprio controllo su altri stati e popoli (l’esatto contrario del nazionalismo). Ma si diventa Impero in un particolare contesto storico, sottomettendo i popoli vicini, con lo scopo di sentirsi più sicuri. Poi, in una fase successiva si danno una missione (manifesto destino).
A casa, i confini porosi e le leggi sull'immigrazione, poco efficaci, avevano creato una serie di vulnerabilità. I cartelli criminali stavano introducendo droghe e violenza nelle nostre comunità. Le pratiche commerciali sleali avevano indebolito la nostra economia e delocalizzato i nostri posti di lavoro all'estero. La condivisione ingiusta degli oneri, riguardanti la difesa, con i nostri alleati e l'inadeguato investimento da parte loro, avevano suscitato intenti bellicosi da parte di chi desiderava farci del male. Troppi americani avevano perso la fiducia nel nostro governo, la fiducia nel nostro futuro e la fiducia nei nostri valori.
Il mito dell’Impero serve come giustificazione per l’opinione pubblica americana al fine di esportare un modello.
Le superpotenze non vivono di economia ma di strategia, quindi le loro azioni, per la maggior parte dei casi, non sono dettate ritorni economici (come lo è per gli europei).
Quasi un anno dopo, sebbene permangano grandi sfide, stiamo inaugurando un corso nuovo e molto diverso.
Stiamo radunando il mondo contro il regime canaglia nella Corea del Nord e affrontando il pericolo rappresentato dalla dittatura in Iran, che quelli determinati a perseguire un accordo nucleare imperfetto avevano trascurato. Abbiamo rinnovato le nostre amicizie in Medio Oriente e collaborato con leader regionali per aiutare a scacciare terroristi ed estremisti, tagliare i loro finanziamenti e screditare la loro malvagia ideologia.
La grammatica imperiale asserisce che gli altri (l’Impero Romano le avrebbe chiamate Province) devono legarsi alla superpotenza, creare dipendenza, economica e militare.
Abbiamo schiacciato i terroristi dello Stato Islamico dell'Iraq e della Siria (ISIS) sui campi di battaglia della Siria e dell'Iraq e continueremo a inseguirli fino alla loro distruzione. Gli alleati d'America stanno ora contribuendo maggiormente alla nostra difesa comune, rafforzando anche le nostre alleanze più forti. Abbiamo anche continuato a chiarire che gli Stati Uniti non tollereranno più l'aggressione economica o le pratiche commerciali sleali.
A casa, abbiamo ristabilito la fiducia nello scopo dell'America. Ci siamo raccomandati ai nostri principi fondanti e ai valori che hanno reso le nostre famiglie, comunità e società di così tanto successo. I lavori stanno tornando e la nostra economia sta crescendo. Stiamo facendo investimenti storici nell'esercito degli Stati Uniti. Stiamo rafforzando i nostri confini, costruendo relazioni commerciali basate su equità e reciprocità e difendendo la sovranità americana senza scuse.
Trump ha promesso di far pagare agli altri la sofferenza degli americani (disoccupazione, welfare pressoché inesistente). Perché i cittadini americani chiedono di essere normali, di poter vivere di benessere, di essere una nazione come tante.
Trump cerca quindi un altro mandato, il secondo, per continuare la sua opera di restaurazione del sogno americano.
I punti di forza del suo primo mandato sono tre: ridimensionamento del deficit commerciale; ridimensionamento della presenza militare americana nel Mondo; limitazione dell’immigrazione.
Nella realtà, tutte queste promesse non sono state mantenute.
Tutti gli indicatori economici indicano che il deficit commerciale degli Stati Uniti è aumentato, sotto l’Amministrazione Trump. Il debito pubblico è continuato ad aumentare, scaricandolo sulle altre nazioni (alleati e competitor), che sono costrette ad acquistare i Titoli di Stato americani.
Le truppe americane nel Mondo hanno subito un incremento, dalla Siria, al Golfo Persico, all’Africa sub-sahariana, all’Oceania, al Pacifico, all’Europa.
Gli immigrati negli Stati Uniti sono aumentati di oltre un milione. Ciò è inevitabile in quanto l’Impero americano necessita di immigrati, per mantenere la sua società giovane e violenta (vengono assimilati non integrati), l’opposto, quindi, di quella europea.
Ma se la natura imperiale è involontaria, volontariamente non può terminare. Gli Stati Uniti non possono smettere di essere una superpotenza e ritirarsi dal Mondo, è una questione di status. Se lo facessero, gli Stati Uniti, sarebbero assaliti dagli altri stati, i quali vorrebbero prenderne il posto e vendicare le violenze subite.
Foto: The White House / U.S. DoD / U.S. Army