L’Egitto si prepara ad entrare in Libia

(di Tiziano Ciocchetti)
20/07/20

Se le milizie turche, che appoggiano al-Sarraj, attaccheranno Sirte, le forze armate egiziane entreranno in Cirenaica per sostenere Haftar.

Quindi l’escalation che tutti temono potrebbe verificarsi entro breve tempo, dipende dai piani di Ankara: accontentarsi della Tripolitania oppure cercare di riunificare la Libia, sotto l’ombrello turco ovviamente.

Il presidente al-Sisi ha dichiarato che l’Egitto non resterà inerme davanti alle minacce alla sua sicurezza strategica e al suo confine occidentale, visto specialmente che le operazioni militari vicino a Sirte si stanno intensificando. Se vogliamo possiamo cambiare rapidamente la situazione sul terreno. La questione sarà prima sottoposta al Parlamento (controllato totalmente da al-Sisi).

Tuttavia, nonostante le affermazioni bellicose, difficilmente crederemmo che al-Sisi non tema un apparato militare come quello turco, supportato da droni e miliziani “siriani” temprati da anni di sanguinosa guerra civile.

Le forze armate egiziane, negli ultimi anni, hanno subito molti rovesci nel Sinai combattendo contro i miliziani dello Stato Islamico. In caso di intervento in Libia, come dichiarato da al-Sisi, servirà ben altro impegno.

Crediamo comunque che, in caso di intervento egiziano, difficilmente saranno inviate truppe terrestri, più probabile l’impiego massiccio dell’aviazione, magari inserendo distaccamenti di forze speciali per la guida terminale del munizionamento di precisione.

Quindi sarebbe un intervento mirato più a scoraggiare velleità espansionistiche ad est da parte di Ankara, piuttosto che un’occupazione permanente del territorio libico.

Ankara non rimane silente di fronte le minacce egiziane, infatti il ministro degli esteri turco ha sentenziato che l’intervento egiziano, in qualsiasi forma in Libia, comporterà conseguenze anche peggiori dell’avventura di Nasser nello Yemen.

A conti fatti, il governo italiano sta vendendo due nuovissime fregate (oltre ad elicotteri e forse caccia Typhoon) ad un paese che si appresta ad attaccare uno schieramento (quello del premier internazionalmente riconosciuto al-Sarraj) che, almeno sulla carta, dovrebbe sostenere.

Foto: SIS