Le forze medie dell’Esercito Italiano... E le forze pesanti?

(di Tiziano Ciocchetti)
02/12/20

Nonostante il Covid prosegue l’attività addestrativa dell’Esercito Italiano. Il 7° reggimento bersaglieri della brigata media Pinerolo, unità di punta dell’Esercito per quanto concerne lo sviluppo delle capacità net-centriche, facente parte del programma SICCONA (SIstema di Comando, COntrollo e NAvigazione) che prevede di dotare i veicoli da combattimento dell’Esercito Italiano di un sistema di comando, controllo, navigazione e comunicazione in grado di fornire in tempo reale al personale di bordo tutte le informazioni tattiche e logistiche (cartografia, messaggistica, database, comunicazioni sicure dati e voce) utili allo svolgimento della missione, avviando il processo di digitalizzazione dello spazio di manovra e contribuendo alla realizzazione della “information dominance”.

Nei giorni scorsi, il 7° di Altamura (Bari) – che rientra nel bacino JRRF (Joint Rapid Response Force) ha concluso un ciclo di addestramento finalizzato al mantenimento della piena capacità operativa.

L’esercitazione ha visto operare i mezzi del 7° in un contesto warfighting, attraverso l’attività LIVEX/FIREX di livello complesso minore (plotone) e impiegare tutti i sistemi d’arma in dotazione al reggimento, come i FRECCIA 8x8 nella configurazione combat, porta-mortaio con pezzo rigato da 120 mm e contro-carro con missili SPIKE LR.

L’Esercito Italiano in questi ultimi anni ha riservato una particolare attenzione allo sviluppo di veicoli ruotati, assai idonei in contesti di bassa/media intensità.

Rimangono comunque alcune perplessità circa l’acquisizione del CENTAURO II. Nel DPP (Documento Programmatico Pluriennale) per il biennio 2020-2022, la Difesa, ha stanziato per l’acquisto della nuova blindo pesante 221,4 milioni di euro, a fronte di uno stanziamento complessivo per 150 mezzi di circa 2 miliardi di euro.

Forse si sarebbe potuto procedere a un aggiornamento del CENTAURO I (configurandoli nella versione venduta all’Oman, aggiungendo magari un sistema di protezione attiva), permettendo così di stanziare maggiori fondi per la componente pesante, ormai abbandonata da anni.

Ultimamente la Forza Armata ha espresso la necessità di poter disporre di una terza Grande Unità in configurazione Pesante (forse la brigata Sassari). A nostro avviso tale operazione risulterebbe estremamente costosa e molto difficoltosa da realizzare.

Il prossimo anno sarà ultimato l’aggiornamento di tre esemplari del carro ARIETE (su un fabbisogno complessivo di 125 carri), con un costo di 13,7 milioni di euro spalmati in due anni

La spesa complessiva per l’aggiornamento dell’ARIETE costerà 347 milioni di euro (programma che dovrebbe concludersi nel 2027), con una spesa per carro di poco inferiore a 2,8 milioni di euro.

Per ciò che concerne l’IFV DARDO non ci sono stanziamenti, in attesa di poter sviluppare un nuovo mezzo a partire dal 2030 con altri partner europei.

Invece che tre Grandi Unità Pesanti se ne potrebbe schierare solo una, l’Ariete, rinforzata con l’aggiunta di un altro reggimento bersaglieri (magari il 1°) preso dalla Garibaldi, con due reggimenti carri equipaggiati con l’ARIETE aggiornato (82 carri più scorte). Ciò permetterebbe di ridurre la spesa complessiva del programma di aggiornamento di circa 100 milioni di euro.

Per quanto concerne il 4° reggimento carri della Garibaldi lo si potrebbe mettere in posizione quadro (come avvenuto a sua volta per il 1° reggimento corazzato), in attesa del nuovo MBT che rimpiazzerà l’ARIETE.

In conclusione, cassando il CENTAURO II e limitando il programma di aggiornamento degli ARIETE, si libererebbero risorse che potrebbero essere utilizzate - anche in un contesto joint - per finanziare programmi di carattere strategico finalizzati ad acquisire capacità di deepfire, attualmente non possedute dall’Esercito Italiano.