In questi giorni l’attenzione politica è tutta focalizzata sulle consultazioni del presidente Draghi, impegnato a trovare la sintesi (espressione ultimamente tanto in voga) tra le varie forze parlamentari per formare un Governo.
Tuttavia l’impegno più urgente che dovrà affrontare, nelle prossime settimane, l’ormai imminente governo Draghi sarà l’avvio della missione Takuba nel Sahel. Infatti a metà marzo inizierà l’invio dei 200 soldati italiani – tra forze speciali e unità d’appoggio con elicotteri e veicoli – in Mali (ma le operazioni saranno estese anche ad altri paesi della regione), con lo scopo di combattere i gruppi di tuareg jihadisti.
In questi giorni è tornato dal Mali un distaccamento delle forze speciali inviato per compiere una ricognizione sul campo.
La composizione del contingente italiano dovrebbe ricalcare quella adottata a suo tempo per la Task Force 45 in Afghanistan e la 44 in Iraq, con operatori (a rotazione) del 9° rgt d’assalto Col Moschin, del GOI, del GIS e del 17° stormo dell’Aeronautica Militare. Inoltre verranno impiegati anche team dei ranger del Monte Cervino e del RRAO.
Come da specifica richiesta dei francesi, le forze speciali italiane saranno supportate da un componete ad ala rotante del 3° REOS di Viterbo, con elicotteri medi UH-90, pesanti CH-47F e d’attacco AH-129D.
Non è da escludere anche l’impiego del 1° reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania, vista l’enorme esperienza maturata da questo reparto nelle operazioni di contro-interdizione nelle missioni internazionali a cui ha partecipato.
La missione delle nostre forze speciali sarà quella di fornire addestramento alle forze locali, compresa l’attività di mentoring. Il che vorrà dire che seguiranno i reparti in operazione, partecipando direttamente agli eventuali scontri.
Ovviamente i distaccamenti italiani svolgeranno anche altre attività, come la ricognizione in profondità (con i LINCE e i veicoli speciali Flyer 4x4 che possono essere imbarcati sui CH-47F) piuttosto che illuminare dei bersagli in favore delle forze aree francesi dell’operazione Barkhane.
Ricordiamo ai lettori che i tuareg sono guerriglieri ben temprati, si spostano con pick-up carichi di armi, anche pesanti come RPG-7 e mortai da 82 mm, ma soprattutto conoscono molto bene l’arte della navigazione nel deserto e possono avvalersi della collaborazione delle popolazioni locali.
Foto: Ministère des Armées - opération Barkhane