Per affrontare i nuovi scenari operativi, segnati dal ritorno della competizione tra le grandi Potenze, il Corpo dei Marine degli Stati Uniti ha avviato un processo di adeguamento – sia in termini di organici che di armamenti – al fine di affrontare le nuove sfide. In pratica si assisterà ad un ritorno al passato del Corpo, dopo decenni di operazioni prettamente terrestri, assumerà una connotazione più navale.
Il nuovo modello operativo al quale i Marines faranno riferimento è quello di una forza leggera (verranno dismesse 7 compagnie carri), in grado di condurre missioni sempre più coordinate con gli assetti navali e aerei, nonché a contribuire alla creazione di aree di sea control e di control-denial.
Quindi, in base al nuovo modello, verranno ridisegnanti anche gli organici del Corpo con la creazione degli MLR (Marine Littoral Regiment), ovvero reparti che dovranno svolgere le cosiddette EABO (Expeditionary Advance Base Operations), operazioni condotte a partire da basi avanzate, a ridosso se all’interno del territorio nemico, al fine di schierare sistemi d’arma (principalmente missili) per creare bolle di sea control e di contro-denial.
Il primo passo è quello di trasformare, a scopo sperimentale, il 3° reggimento dei Marines di stanza a Kaneohe Bay, nelle isole Hawaii, nel 3° reggimento Litorale dei Marines. Il 3° Marines fa parte del III MEF (Marine Expeditionary Force) dislocato ad Okinawa che ha come area di responsabilità l’Asia-Pacifico. Il nuovo modello prevede di creare tre MLR, uno per ogni MEF, entro il 2030.
Dopo la componente carri, quella più sacrificata sarà l’artiglieria monotubo, che verrà ridotta a 5 batterie. Mentre saranno aumentate le batterie pluritubo (lanciarazzi) e di missili. A tal proposito è stato acquisito il missile antinave/land attack NSM (Naval Strike Missile) della norvegese Kongsberg (foto), con una gittata massima di 185 km. La Raytheon sta curando l’integrazione di questo sistema d’arma su una versione non pilotata del nuovo veicolo ruotato 4x4 JLTV.
Inoltre, vista la cessazione del Trattato INF, i Marines hanno l’intenzione di acquisire anche un missile cruise a lungo raggio. La scelta potrebbe ricadere sul Maritime Strike Tomahawk, capace di colpire obiettivi, anche navali, a una distanza di oltre 2.000 km.
La "rivoluzione militare" intrapresa dal Corpo dei Marine potrebbe essere presa come riferimento anche dalla nostra Componente Anfibia. Probabilmente la brigata marina San Marco (insieme alla componente dell’Esercito) non sarà mai impiegata in un teatro come quello del Pacifico, tuttavia si potrebbero recepire alcuni aspetti che potrebbero contribuire a renderla più efficace anche in contesti come il bacino del Mediterraneo.
La nostra Forza Anfibia - anche con il supporto dei reparti dell’Esercito con la brigata Pozzuolo del Friuli - è dotata di pochi mezzi pesanti (attualmente è possibile schierare i soli Centauro del reggimento Genova Cavalleria, i quali saranno sostituiti dalla nuova versione Centauro II con pezzo da 120/45). Per quanto concerne l’artiglieria, oltre ai mortai rigati da 120 mm, la Forza Anfibia può avvalersi dei pezzi da 155/39 del reggimento di artiglieria della brigata Pozzuolo del Friuli.
Con l’ingresso in servizio del munizionamento guidato Vulcano, il braccio operativo dell’artiglieria sarà incrementato (fino a 90 km) pur tuttavia rimanendo nettamente al di sotto delle esigenze dei nuovi scenari operativi.
Sarebbe opportuno, quindi, inserire in seno al 3° reggimento anfibio una componente missilistica, utilizzando magari veicoli ruotati come gli ACTL dell’Iveco (già utilizzato in passato come veicolo per il lanciarazzi leggero FIROS-30) per il trasporto e il lancio del missile antinave Marte Mk-2 ER, magari ottimizzato anche per l’attacco ad obiettivi terrestri.
Sempre col medesimo veicolo si potrebbe verificare la possibilità di montare tubi per il lancio dei razzi da 227 mm dell’MLRS (stessa operazione fatta dagli americani con l’HIMARS - foto), utilizzando anche i razzi a guida GPS GMLRS-ER (gittata massima 150 km).
Tali sistemi d’arma potrebbero essere utilizzati anche dal ponte delle unità anfibie in funzione antinave/land attack, per poi essere sbarcati e impiegati per contribuire a creare bolle A2/AD.
Foto: U.S. Marine Corps