I paracadutisti del contingente italiano in Kosovo, impegnati nella missione “Joint Enterprise” della NATO, hanno celebrato la loro specialità presso il Piazzale in Armi di Villaggio Italia, onorando l’amata ricorrenza. I numerosi “baschi amaranto” presenti nel contingente italiano, la mattina del 23 ottobre si sono radunati per effettuare un’alza bandiera solenne, successivamente hanno reso gli onori ai loro caduti con la deposizione di una corona, per concludere con la lettura della Preghiera dei Paracadutisti al grido della Folgore!.
La battaglia di El Alamain, di cui si è celebrato il 79° anniversario, rappresenta per tutti i paracadutisti un evento di altissimo valore, costituisce esempio e monito per tutti di amor Patria e senso del dovere. Ancor oggi le gesta di quanti si batterono eroicamente in quelle infuocate sabbie africane suscita viva commozione e incondizionata ammirazione. La storia non dimenticherà mai il valore dei Leoni della Folgore che si sacrificarono per difendere i valori della Patria.
Il colonello Andrea Bertazzo, comandante del Regional Command West nonché comandante dei “Diavoli Gialli” del 185° reggimento artiglieria paracadutisti Folgore, ha riconosciuto ai paracadutisti gli esemplari valori etici e le eccellenti doti professionali che hanno ispirato i paracadutisti di El Alamain, auspicando che tali valori siano da monito, così oggi come allora, per tutti i giovani soldati delle aviotruppe per l’assolvimento dei compiti a loro assegnati.
I parà del contingente provengono dal comando della brigata paracadutisti Folgore di Livorno, dal Centro Addestramento Paracadutismo di Pisa, dal 185° reggimento artiglieria paracadutisti Folgore di Bracciano, dal 183° reggimento paracadutisti Nembo di Pistoia, dal 3° reggimento Savoia Cavalleria di Grosseto, dal reggimento logistico Folgore di Pisa e dal 185° reggimento paracadutisti ricognizione e acquisizione obiettivi Folgore di Livorno.
Attualmente i paracadutisti del contingente italiano stanno ricoprendo incarichi fondamentali, dalle posizioni di staff nelle cellule, al personale sanitario, dagli operatori per operazioni speciali, agli specialisti logistici, al personale della forza di manovra. Tutti militari che, con il loro operato, assicurano l’assolvimento del compito della missione secondo i dettami della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1999, al fine di garantire un ambiente sicuro e protetto e la libertà di movimento per tutte le comunità che vivono in Kosovo.