Si è tenuta ieri mattina, con la partecipazione dei parenti delle vittime e alla presenza delle autorità civili e militari della città di Livorno, la commemorazione del 50° anniversario dell’incidente aereo della Meloria, uno degli eventi più drammatici che ha coinvolto le Forze Armate Italiane dal dopoguerra ad oggi.
Il 9 novembre 1971 un velivolo Hercules C-130 del Regno Unito con a bordo 52 militari tra paracadutisti del 187° reggimento paracadutisti Folgore ed equipaggio di volo della Royal Air Force britannica, decollato dall'aeroporto San Giusto di Pisa e diretto verso il tavoliere di Villacidro in Sardegna, per effettuare un lancio nel contesto dell'esercitazione internazionale “Cold Stream”, precipitò alle secche della Meloria, il tratto di mare antistante la città di Livorno.
La commemorazione è iniziata al cimitero della Cigna con la deposizione di una corona e la resa degli onori presso il monumento ai caduti del “Gesso 4”, è proseguita con la celebrazione della Santa Messa presso la Cattedrale di S.Francesco, Duomo di Livorno, officiata dall’ordinario militare s.e. Santo Marcianò, alla quale ha fatto seguito la deposizione di una corona presso il Monumento ai Caduti della Meloria in località Banditella e di una corona in mare nel punto esatto nel quale si inabissò il C-130.
Nel corso del suo intervento il comandante della brigata “Folgore”, generale di brigata Roberto Vergori, nel rivolgere un sentito ringraziamento ai familiari dei caduti, ha sottolineato quanto la loro memoria sia unificante per il nostro Paese. Tenere vivo il ricordo di tutti i nostri Caduti - ha precisato - è una missione di altissimo valore etico e morale, che contribuisce al consolidamento di una coscienza civile e alla crescita personale e collettiva.
Il comandante del 187° reggimento, colonnello Mauro Zandonadi, ha espresso la propria gratitudine ai presenti, tra cui anche i parenti delle vittime britanniche con una rappresentanza della Royal Air Force, invitando a non far svanire mai la memoria e il rispetto verso il sacrificio degli uomini che cinquant’anni orsono decollarono per la loro ultima missione senza fare ritorno.