Le truppe russe si sono cacciate in un collo di bottiglia nel Donbass: è strage

(di David Rossi)
13/05/22

L’attacco a sorpresa di Bilohorivka resterà nella storia della guerra di aggressione russa all’Ucraina nella lista degli errori di pianificazione più clamorosi, al pari della fallita occupazione di Hostomel, dell’affondamento dell’ammiraglia della flotta del Mar Nero, della strage di ufficiali al comando di Izyum e dell’inutile assedio allo stabilimento/fortezza dell’Azovstal: è un (altro) colpo capace di decimare di truppe e mezzi le forze di Mosca e di rendere il raggiungimento di obiettivi strategici più difficile. Cerchiamo di analizzare quanto è accaduto puntando a comprendere meglio almeno quattro elementi chiave:

 • Dove si è verificato l’episodio e perché questa location è così importante

 • Quali obiettivi si stava prefiggendo Mosca con l’operazione che è stata così brutalmente interrotta

 • Quanto è stato grande il danno inferto dalle forze ucraine alla controparte russa

 • Quali saranno le conseguenze per la guerra nel suo insieme.

Portati per mano fino al posto fatale…

Il Siverskyi Donets è un fiume della lunghezza di un migliaio di chilometri, all’incirca quanto il Po e l’Adige messi insieme, che scorre dalla Russia meridionale attraverso le regioni separatiste ucraine di Kharkiv e Luhansk e sfocia nel Don a circa cento chilometri dal Mare di Azov.

Dimenticate l’eccezionale larghezza dei corsi d’acqua ucraini, come il Dnipro e il Nistro: si tratta di un fiumiciattolo che al massimo conta poche decine di metri fra le due sponde. Eppure, è diventato una barriera fortemente limitativa dei movimenti e pericolosa da attraversare per le forze russe, che negli ultimi giorni sono cadute più volte in imboscate dei difensori ucraini.

Due giorni fa, a forza di far saltare ponti e condurre attacchi di droni e artiglierie di Kiev, gli Ucraini hanno condotto le truppe guidate dal generle Dvornikov fino ai dintorni di Bilohorivka, un villaggione dieci chilometri a sud della cittadina di Kreminna, controllata dagli uomini di Putin, in una posizione favorevole per arrivare rapidamente a circondare Lysychansk e Severodonetsk, i due obiettivi dei Russi nel cuore del Donbass.

La mancanza dell’effetto sorpresa

Il controllo delle due cittadine, poste in mezzo fra Luhansk e Kramatorsk, permetterebbe ai Russi di chiudere una parte consistente delle forze ucraine in una sacca, oltre che di completare la conquista dell’oblast di Luhansk stessa. La manovra però non può essere condotta né velocemente né a sorpresa: ogni giorno, mattina e sera, lo Stato maggiore di Kiev fa sapere al mondo di essere a conoscenza degli spostamenti e dei raggruppamenti delle forze russe. Insomma, la strategia dei Russi - anche a causa di veicoli datati e problemi logistici - è bolsa e prevedibile.

La presenza del Siverskyi Donets li ha messi in grandi difficoltà: la testa di ponte costruita a Bilohorivka aveva il vantaggio di essere molto ben messa rispetto all’obiettivo finale. Aveva il grandissimo elemento critico di essere vicino a un’area boscosa, ideale per nascondere i combattenti ucraini. Non chiedeteci come mai i Russi siano stati colti, a loro volta, di sorpresa e trovati indifesi: nelle ultime undici settimane lo hanno fatto spesso, il più delle volte - si capisce - per inefficienza. Persino il ministero della Difesa britannico aveva reso pubblico che stavano spostando unità sul fianco orientale del Siverskyi Donets per "riorganizzare e ricostituire le loro forze dopo pesanti perdite". Insomma, erano tutto tranne che invisibili…

La zampata degli Ucraini

Così, si è arrivati alle ultime quarantotto ore. La possibilità di fare il balzo sul lato occidentale del Siverskyi Donets all’inizio di una agevole direttrice per Lysychansk e Severodonetsk era un’occasione troppo ghiotta. Probabilmente, se - come sostenuto dagli Americani - le operazioni russe scontano un ritardo di almeno due settimane sulla tabella di marcia della “grande offensiva” scattata - lo ricordiamo - giusto un mese prima, è da credere che il Cremlino stesse esercitando forti pressioni perché le truppe raggiungessero il loro obiettivo quanto prima.

Errore fatale: il risultato di un attacco di grandi dimensioni e assolutamente a sorpresa, con droni e artiglieria, dell’80° brigata d’assalto separata, è stato l’annientamento di almeno 73 mezzi, quelli indicati qui di seguito, oltre che di più di un centinaio di uomini.

"L'Ucraina sta usando la geografia, sta usando i fiumi, tutto ciò che possono per costringere i Russi a entrare in punti di strozzatura, e poi attacca quei punti di strozzatura quando diventano obiettivi facili", ha detto William Alberque del londinese Institute for Strategic Studies. "Avere così tanti veicoli in questo piccolo spazio così vicino agli Ucraini mostra una disciplina incredibilmente scarsa da parte dei russi".

E ora?

Il pesante ritardo non potrà essere recuperato: anzi, è possibile che se ne accumuli altro ancora. Questo accade nell’unica area del vasto fronte - lo ricordiamo: i Russi attaccano da Odessa fino a Kharkiv, in un’area estesa quasi la metà dell’Italia - in cui le truppe di Mosca sono riuscite ad avanzare dallo scorso 11 aprile. L’aver cacciato forze strategicamente importanti e molto consistenti in un collo di bottiglia non depone a favore del decisore, cioè dello stesso generale Dvornikov.

Nonostante il colpo subito, truppe e mezzi dei Russi rimangono abbondanti: tuttavia, la loro capacità di insaccare gli Ucraini nel Donbass per adesso è messa a dura prova da limiti organizzativi, materiali e di pianificazione importanti.