Nuovo Scandalo Ariete: perseverare è... da italiani!

(di Tiziano Ciocchetti)
19/07/22

Continuiamo la nostra disamina sul programma di aggiornamento dei carri armati C1 Ariete... Innanzi tutto dobbiamo dire che dall’aggiornamento verranno esclusi i primi 40/50 carri prodotti in serie a partire dal 1998, in quanto già si erano verificati numerosi episodi di fratture delle corazze (tra l’altro riportati allora da alcune testate locali friulane), causate da un errato procedimento di saldatura dell’acciaio che lasciava sul metallo forti tensioni interne (accentuate inoltre dalle basse temperature che si registrano nella zona sede del primo reparto assegnatario, situato presso la caserma di Tauriano).

Su alcuni carri le fratture sono arrivate anche a 2 metri di lunghezza, gli interventi di riparazione sono stati effettuati mediante un cordone di saldatura dal solo lato esterno e pertanto limitato al solo fattore estetico, dato che l'omogeneità della corazza, e quindi la resistenza, è rimasta comunque compromessa. Le modifiche nelle procedure di saldatura, successivamente adottate, dovrebbero aver eliminato il ripetersi di tali cedimenti negli Ariete più recenti.

Ci sembra palese a questo punto che la finalità dell'aggiornamento, piuttosto che l’aumento delle possibilità di sopravvivenza dell’equipaggio, sia distribuire milioni di euro alle aziende coinvolte nel programma. Ne è un esempio il fatto che invece di ripristinare e aggiornare le ottiche, sia panoramiche che di puntamento originali, identiche peraltro a quelle installate sui Centauro I che giacciono abbandonati nel deposito di Lenta (foto), si è preferito acquistare quelle previste per il Centauro II con un costo prossimo ai 400 mila Euro per ogni carro.

Indubbiamente nella vendita di materiale nuovo il guadagno è molto maggiore rispetto a quello che sarebbe un lavoro di revisione e ripristino di materiale già esistente.

Anche se nella parte posteriore della torre sono stati eliminati il motore elettrico, che azionava la pompa dell'olio idraulico, ed è stato sbarcato il relativo serbatoio, niente è stato fatto per migliorare lo stivaggio del munizionamento, magari posizionandolo e congegnandolo come sul Leopard 2, M1A1 Abrams o Leclerc, ossia metterlo in posizione esterna al vano equipaggio e separarlo tramite paratia parafiamma scorrevole.

Non è stato nemmeno pensato di proteggere le granate con del materiale ignifugo che riduca la propagazione del calore da una munizione all'altra nel caso di penetrazione all'interno dello scafo di schegge ad alta temperatura.

La parte frontale dello scafo, quella che i tedeschi chiamano bug spitz, è composta da una corazza composita (peraltro resistente solo al penetratore APFSDS della cartuccia L64 sparata dal cannone L7 da 105/51) soltanto nella parte superiore, quella inferiore, chiaramente identificabile anche da lontano grazie alla presenza del disco giallo indicante la classe di peso, come sul Leopard 1A2, è costituita da una piastra d'acciaio spessa solo 50mm ed è perforabile agevolmente da lunga distanza anche dai recenti penetratori APFSDS 30x173mm.

Dietro al disco giallo indicante la classe di peso, passata da 59 a 63, a sinistra del pilota, vi è la riservetta principale del munizionamento per cui una penetrazione in quell'area produrrebbe quello che gli anglofoni chiamano Jack in the box (foto a lato + apertura).

La direzione di Leonardo avrà ritenuto poco prestigioso e remunerativo procedere a lavori di pura carpenteria? In ogni caso nel luglio del 2021 sono stati rottamati e tagliati con la fiamma gli indispensabili posizionatori e tutte quelle strutture che sono stati impiegati nel passato per saldare le piastre costituenti gli scafi e le torri degli Ariete e PzH-2000.

Fino alla sospensione della Coscrizione obbligatoria (2005) numerosi operai, selezionati durante le visite di leva, avevano svolto il loro servizio presso i reparti corazzati dell'Esercito Italiano e, al loro ritorno in azienda, portavano con sé un non trascurabile bagaglio d'esperienza tecnico/pratica. A livello quadro e dirigenziale, inoltre, la maggior parte degli ingegneri aveva svolto il servizio di leva come sottotenenti di complemento nei vari corpi tecnici così, di conseguenza, vi era un consistente nucleo di dipendenti che avevano conoscenza operativa del materiale prodotto in OTO-Melara.

Adesso invece chi è incaricato di operare, sia a livello progettuale che pratico sul materiale d'armamento, non ha alcuna pregressa esperienza in materia e nessuno si preoccupa di chiedere all'Esercito un preventivo parere riguardo a come vorrebbe che fosse realizzato il materiale di futura dotazione.

Questo sistema di procedere sarebbe agevolato (secondo opinione comune e diffusa) dalla presenza negli alti ranghi dell'Esercito di troppi generali “zerbino”. Di contro, molti ufficiali d'accademia, validi e dotati di spiccata personalità propria, arrivati a 50/52 anni di età al grado di colonnello comandante si sono ritrovati nella lista degli esuberi e posti d'autorità in congedo.  

Soluzioni immediate non ne abbiamo ma la creazione di un polo terrestre (come auspicato dal generale Serino, capo di stato maggiore dell'Esercito - vedi video), magari mettendo insieme le competenze della Rheinmetall e della OTO Melara, potrebbe portare all’acquisizione, già nel breve/medio periodo, del nuovo Panther e del Lynx, consentendo così alla nostra componente pesante di avere mezzi finalmente competitivi per i prossimi teatri operativi.

Leggi anche la prima parte: "Nuovo Scandalo Ariete: sbagliare è umano ma perseverare…"

Fotogrammi: YouTube / RAI