Meno male che ci sono i francesi a difendere la Grecia. Noi?

(di Tiziano Ciocchetti)
15/09/22

Mentre la Turchia sta inasprendo i toni nei confronti dei greci, rompendo il dialogo con il governo di Atene, Parigi rinnova il proprio appoggio alla Grecia. Infatti, i due Paesi, sono legati, dal 2021, da un accordo di cooperazione strategica contenente una clausola di mutua difesa. 

Il presidente Macron lo ha ricordato nel corso della visita ufficiale a Parigi, lo scorso 12 settembre, del primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis che ha risposto alle provocazioni di Ankara dicendo che “siamo pronti ad affrontare tutti coloro che ci minacciano di sbarcare sulle nostre isole, sul nostro territorio", aggiungendo che “siamo sempre aperti alla discussione e al dialogo”.

La Turchia continua ad avere atteggiamenti minacciosi nei confronti dei greci (soprattutto dopo che sono riprese le prospezioni di gas naturale nel Mediterraneo Orientale).

Greci e turchi si sono già combattuti nella guerra del 1974, a seguito di quel conflitto una parte dell’isola di Cipro è stata occupata da Ankara, portando alla creazione dell’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta solo dalla Turchia.

A seguito della guerra greco-turca tra due paesi membri dell’Alleanza Atlantica, l’allora segretario generale della NATO, l’olandese Joseph Marie Antoine Hubert Luns, elaborò la c.d. “Dottrina Luns”, la quale asseriva che l’Alleanza non poteva intervenire in alcun modo nelle controversie tra paesi membri. Tale dottrina è in uso ancora oggi.

Non stupisce quindi che l’attuale segretario, Jens Stoltenberg, non voglia schierarsi, vista anche l'importanza della Turchia, che controlla lo Stretto dei Dardanelli, porta d’accesso al Mar Nero. “Esortiamo la Grecia e la Turchia a risolvere le loro divergenze nel Mar Egeo in uno spirito di fiducia e solidarietà tra gli alleati. […] Significa moderazione e astenersi da qualsiasi azione o retorica che potrebbe portare a un'escalation della situazione", ha affermato lo scorso giugno.

Quanto all'Unione Europea, di cui la Grecia è membro, ha espresso le sue "serie preoccupazioni" dopo le ultime dichiarazioni di Erdoğan, in cui ha ricordato l'episodio di Izmir/Smirne, durante la guerra greco-turca del 1919 /22.

L’episodio ricordato dal presidente turco si riferisce al controllo militare delle forze greche della città di Smirne e delle aree circostanti dal 15 maggio 1919 al 9 settembre 1922. Le potenze alleate autorizzarono l'occupazione e la creazione della Zona di Smirne durante i negoziati riguardanti la spartizione dell'Impero Ottomano per proteggere la popolazione di etnia greca che viveva dentro e intorno alla città. Lo sbarco greco del 15 maggio 1919 fu celebrato dalla consistente popolazione greca locale, ma portò rapidamente alla violenza etnica nell'area.

L'occupazione greca di Smirne ebbe termine il 9 settembre 1922 con la conquista turca da parte delle truppe comandate da Mustafa Kemal Atatürk, padre della Turchia moderna.

"Ci aspettiamo che la Turchia si astenga dall'escalation verbale e si impegni a promuovere relazioni di buon vicinato", ha affermato Peter Stano, portavoce dell'alto rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza dell'UE, Josep Borrell, il 5 settembre scorso.

Ovviamente nessuno si aspetterebbe un intervento della UE, nel caso la situazione precipitasse. Tuttavia, Atene potrebbe invocare l'articolo 42-7 del Trattato sull'Unione Europea, il quale recita che "nel caso in cui uno Stato membro sia oggetto di aggressione armata sul suo territorio, gli altri Stati membri devono aiutarlo e assisterlo con ogni mezzo in loro potere, in conformità con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite".

È indubbio che la Grecia possa sperare solo sull’appoggio di Parigi. Macron ha infatti dichiarato che “quasi un anno fa abbiamo firmato una partnership strategica tra i nostri due paesi in termini di difesa e sicurezza qui all'Eliseo. E questo accordo si basava sulla nostra perfetta comunità di opinioni e valori, sul nostro comune attaccamento ai principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, compreso il diritto del mare”.

Aggiungendo inoltre che "anche se ci sono state ripetute provocazioni ed esternazioni inaccettabili che mettono in discussione la sovranità della Grecia, vorrei ribadire il nostro pieno sostegno con chiarezza e fermezza. Questa partnership strategica (con la Grecia, NdA) ha fatto molta strada e farà molta strada e quindi non permetteremo che nessun disordine si verifichi, specialmente nel Mediterraneo Orientale”.

Con la crisi del gas, il Mediterraneo Orientale sta diventando ancora più strategico. La Turchia sta cercando di estendere la propria egemonia in questa regione, isolando sempre più l’isola di Cipro, in modo che ricada totalmente nella sua sfera d’influenza.

Ci sono in gioco grossi giacimenti di gas naturale, e speriamo che il prossimo esecutivo italiano si renda conto della posta in palio e appronti misure idonee che permettano all’ENI di operare liberamente nella regione. Se così (come crediamo) non fosse, ci resta solo l’assistenza della Francia, la sola in grado di tutelare i nostri interessi… ma a quale prezzo?

Foto: Ministère des Armées