Nella battaglia di Bakhmut si sta ripresentando una situazione tattica già ampiamente analizzata da teorici e stati maggiori durante la prima guerra mondiale: l’assalto frontale in una guerra di trincea.
Lo sforzo maggiore dell’offensiva russa contro Bakhmut, che dall’estremo nord a Yahidne si estende a sud lungo la linea Ivanivske-Chasiv yar, lo stanno sostenendo le unità aviotrasportate del Vozdušno-desantnye vojska (VDV), i fanti di marina della Morskaja pechota (MPR) ed i mercenari del Wagner Group. Tutte le unità nominate hanno avuto fin dai primi giorni del conflitto in Ucraina un ruolo strategico e tattico fondamentale per lo sviluppo delle linee d’avanzata e la realizzazione del piano di guerra. Basti pensare alla conquista dell’aeroporto di Hostomel (fronte di Kiev, 24-25 febbraio 2022) da parte del VDV, abbandonato solo a marzo 2022, in concomitanza alla ritirata dei russi da quel fronte; alla partecipazione intensa ai combattimenti di Mariupol (fronte sud, 24 febbraio-20 maggio 2022) della Fanteria di Marina, elemento di punta delle forze russe in quel quadrante; ed alla presenza massiccia di mercenari della Wagner sul fronte del Donbass fin dall’inizio della guerra, dove essi hanno contribuito alla stabilizzazione delle linee dopo la crisi tattica del dispositivo militare moscovita a seguito dell’offensiva ucraina della scorsa estate.
VDV, MPR e Wagner, unità profondamente diverse tra loro, che svolgono funzioni diverse a seconda delle esigenze individuate dai comandanti, alcune delle quali combattono anche “snaturate” rispetto ai loro compiti (basti pensare al fatto che i paracadutisti vengono utilizzati come fanteria di linea in questo momento sul fronte di Bakhmut), sono accomunate dalle scelte tattiche che in questo momento stanno condizionando la guerra russa nel Donbass.
Se l’obiettivo strategico del generale Valerij Vasil'evič Gerasimov, capo di stato maggiore generale delle Forze Armate Russe e comandante del raggruppamento delle Forze Russe in Ucraina, è quello di stressare lo schieramento difensivo nemico fino a causarne il collasso, attraverso il raggiungimento delle sue linee logistiche che passano per la T0504, tatticamente le truppe russe sono costrette a mantenere una costante pressione offensiva sui trinceramenti ucraini.
La trincea è emblema del teatro operativo del Donbass - configuratosi fin dal 2014-2015 come “conflitto congelato” nonostante sia quello dove, con molta probabilità, si decideranno le sorti della guerra attuale – e la guerra di posizione impone che sia l’assalto frontale il principio tattico più in voga, dal cui successo dipendono le sorti della battaglia. Diversi milblogger ucraini hanno sottolineato l’impatto devastante che l’utilizzo delle armi moderne ha complementarmente alla tattica da guerra di trincea. I colleghi/nemici russi hanno invece analizzato il comportamento dei gruppi di fuoco della Wagner sul fronte di Bakhmut per la conquista delle trincee ucraine.
I mercenari della Wagner conducono assalti ad ondate scaglionate, con gruppi composti da 8 uomini, diversamente equipaggiati, con scala decrescente di armi pesanti. Il primo gruppo, armato come una unità di "fanteria pesante", anche con lanciarazzi, costituisce il “martello” della compagnia Wagner, con obiettivo quello di disarticolare la difesa ucraina al primo impatto. Le squadre che seguono sono, di fatto, composte da fanteria leggera con il compito di sfruttare i varchi aperti dal primo gruppo e proseguire poi in profondità.
Si tratta di una tattica direttamente mutuata dalla dottrina della guerra di trincea del 1914-1918, basata sulla considerazione secondo cui una minore densità di uomini in campo aperto, dotati, però, di potenza di fuoco tale da soverchiare la superiorità numerica del difensore, consente di ridurre le perdite per l’attaccante ed infliggerne maggiori al nemico. Di fatto, viene portata avanti la vecchia – eppure mai smentita nella pratica – idea secondo cui il fuoco batte la massa. Ma le elevate perdite subite dai mercenari della Wagner nella battaglia di Bakhmut sembrano evidenziare come la “chiave di volta” per la vittoria negli assalti frontali della guerra convenzionale contemporanea sia un’altra e risieda non nella superiorità del fuoco sulla massa, bensì nelle tempistiche impiegate dall’attaccante nell’arrivare a contatto con il difensore e nella corretta gestione dei tempi dell’attacco.
In parole povere, il ruolo fondamentale per l’andamento complessivo dello scontro, lo svolge chi è incaricato sul campo di stabilire il momento preciso in cui, coordinandosi con il fuoco dell’artiglieria, lanciare all’assalto le varie ondate della fanteria.
La rigidità della catena gerarchico-decisionale di Wagner ha causato svariate volte l’inceppamento del meccanismo offensivo e, di conseguenza, il fallimento dell’attacco. Secondo varie testimonianze, ai mercenari viene ordinato solo di avanzare, senza margine di autonomia decisionale, fattore che sarebbe, al contrario, fortemente richiesto in condizioni cinetiche e suscettibili, perciò, di repentini cambiamenti cui un comandante a distanza non può sopperire. Per assurdo che possa sembrare, i “violinisti” della Wagner sono temuti, considerati inarrestabili ed insensibili ai pericoli proprio a causa dell’errore tattico sulla gestione delle tempistiche dell’attacco.
Lo stesso tipo di metodo offensivo viene portato avanti anche dalle truppe del VDV e del MPR, con il risultato che l’artiglieria ucraina riesce facilmente ad avere ragione degli attaccanti prima che essi possano arrivare a contatto diretto con la fanteria.
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