Disinformatia e utili idioti

(di Renato Scarfi)
04/04/23

Fin dall’inizio dell’aggressione russa all’Ucraina si sono susseguite comunicazioni che tendevano a sminuire il ruolo di Mosca nella guerra, a giustificare l’aggressione subita da Kiev, a inquadrare l’invasione di un paese indipendente come una sorta di diritto ad avere un’area di influenza. Taluni sono perfino arrivati a scomodare la storia, con letture ideologiche e fuorvianti, per supportare le rivendicazioni russe.

Niente di nuovo, la disinformazione è sempre esistita: da Napoleone "fatto a pezzi dai cosacchi", ai Protocolli dei Savi di Sion per diffondere l’odio verso gli ebrei, fino alle teorie sulla Terra piatta o su “non siamo mai andati sulla Luna”. Ma è nell’ambito dei conflitti armati che la disinformazione ha sviluppato le tecniche più subdole e pervasive.

Accanto a ogni guerra combattuta sul terreno ogni contendente sviluppa sempre una guerra parallela, basata sulla comunicazione. Cercare di raccontare la "propria" verità, o presunta tale, è quindi sempre stato un esercizio molto praticato, in qualunque periodo storico.

Già ai tempi di Sun Tzu la propaganda rivestiva un ruolo importante, se non determinante, sull’andamento del conflitto. Un ruolo che oggi viene amplificato dai moderni mezzi di comunicazione (televisione, radio, internet) e dai social media (facebook, twitter, whatsapp, instagram, telegram, ecc…). Una diffusione che permette alla propaganda di penetrare profondamente e globalmente nel tessuto sociale e nella mente delle masse, cercando di plasmarne le opinioni.

Nella guerra moderna i social media, non avendo filtri sostanziali, diventano quindi importanti attori in grado di veicolare la propaganda delle parti in lotta. Una guerra definita “ibrida”, proprio per la presenza e l’uso di strumenti "non convenzionali", che la rende diversa dalle precedenti, in quanto combattuta sia con le armi che con l’uso estensivo della comunicazione.

La propaganda è la forma più pervasiva della comunicazione, un’attività che impiega informazioni vere o notizie false, volutamente e sapientemente elaborate, in modo da modellare l’opinione pubblica, attraendola verso le proprie posizioni/ideologie. Le notizie false, o distorte in maniera ideologica, devono tuttavia essere diffuse con attenzione dato che, per ottenere l’effetto voluto, devono essere credibili. La vera propaganda non è, infatti, composta di notizie completamente false, ma prevalentemente da elementi che sono veri e verificabili, perché lo scopo della propaganda è riuscire a far scambiare una parte per il tutto (leggi articolo “Guerra e propaganda”).

Da sempre, inoltre, per amplificare la narrazione della propaganda, ci si avvale di personaggi senza scrupoli che ne diffondono i messaggi. Personaggi che sono talvolta dei corrotti, ma più spesso sono individui incompetenti che, privi di qualsiasi capacità di analisi, sono abituati ad abbeverarsi alle fonti avvelenate della disinformazione.

Di questa seconda categoria fanno parte coloro che sono più conosciuti come “utili idioti”. Una definizione che sembra sia stata coniata da Lenin, per descrivere quei giornalisti e viaggiatori occidentali che sostenevano l'Unione Sovietica e le sue politiche in Occidente (sic!). In estrema sintesi, si tratta di personaggi manipolati che, convinti di esprimere idee proprie, non fanno invece altro che diffondere la narrazione della propaganda. Sono generalmente individui ingenui, incompetenti e profondamente ideologizzati, incapaci di un qualunque pensiero critico, tenuti in scarsa considerazione perfino da chi genera il messaggio propagandistico.

Per comprendere meglio il fenomeno basta rivedere il filmato di questo ultimo anno, in merito alle vicende ucraine. Un certo numero di blogger e di "analisti" (o presunti tali) si sono, infatti, prestati a essere vettori (quanto inconsapevoli?) e cassa di risonanza della disinformazione russa, facendo circolare articoli, post e “analisi” geopolitiche opportunamente elaborate estraendo informazioni (avvelenate) da “…contenuti originati da media e organi istituzionali vicini al Cremlino, al fine di orientare l’opinione pubblica…”1.

Questo lavoro di rilancio e amplificazione dei contenuti della disinformazione di Mosca, che purtroppo prosegue tuttora, a livello internazionale è caratterizzato da una costante retorica accusatoria nei confronti dell’Occidente, mirando “…a presentare Mosca come un attore responsabile, la cui sicurezza è minacciata dall’espansione e dalle attività militari della NATO; attribuire la responsabilità della crisi in atto alla NATO e all’Occidente, accusati di non considerare le legittime richieste di sicurezza russe; indicare il governo di Kiev come illegittimo e succube dell’Occidente, nonché colpevole di massicce violazioni dei diritti umani nel Donbass…”2.

Questi utili idioti, insomma, provano a trasformare la narrazione in una sorta di “fatto storico” inconfutabile, tentando di infondere un senso di angoscia nell’opinione pubblica. Per tale motivo può capitare di leggere articoli in cui si cercano di screditare, per esempio, le capacità militari high end occidentali, presentandole tout court come inefficaci di fronte ai modernissimi strumenti dell’avversario del momento che avrebbe, invece, armi in grado di distruggere, per esempio, tutte le portaerei americane ovunque esse siano e in una volta sola.

Questi acuti osservatori de noantri, dall’ego ipertrofico e dalle competenze meno che elementari, non si accorgono che i loro “pareri” non sono altro che il prodotto di altrui manipolazione, che li rende docili “ripetitori” della propaganda, e che porta spesso l’autore a credere nella narrazione che egli sta assecondando. Non è un caso se questi analisti incompetenti spesso si firmano con pseudonimi, dato non hanno neanche il coraggio di metterci la faccia.

Il problema vero è che questi incompetenti sono pericolosi: nel loro deferente tentativo di sostenere cause o posizioni che sono anche contro i propri interessi, c’è la possibilità che la loro realtà distorta possa essere raccolta da altri, aumentando la sfortunata comitiva. L’attuale tendenza alla condivisione sui social media da parte di utenti desiderosi di ottenere dei like, ma che non hanno alcuna conoscenza degli eventi permette una rapida e ramificata diffusione della propaganda. I più vulnerabili sono coloro che non si informano regolarmente da più fonti autorevoli, offrendo un terreno fertilissimo per la manipolazione ad opera di queste informazioni deformate.

Gli utili idioti ci sono sempre stati e, purtroppo, sempre ci saranno, ma ognuno di noi può fare in modo che la disinformatia non raggiunga gli obiettivi desiderati. Innanzitutto è indispensabile verificare i titoli e la credibilità di chi scrive e diffidare sempre di chi non si firma con il proprio nome. Poi è indispensabile approfondire le notizie, leggere tutto l’articolo (o l’analisi) e non fermarsi al solo titolo. Infine, verificare le informazioni cercando delle conferme (o delle smentite) da altre fonti indipendenti o da altri autori. Possiamo fare tutto (o quasi) con un semplice click, facciamolo.

Tre piccoli, ma importanti, passi per evitare di cadere nella trappola tesa dagli utili idioti e dalla disinformatia, che ci farebbe diventare pedina di un vero e proprio domino, dove a crollare è la corretta informazione.

Alla base di tutto ci deve essere la consapevolezza che i lettori sono i destinatari della propaganda e ne sono le prime vittime …se non applica il buon senso.

1 Presidenza del Consiglio dei Ministri, Relazione 2022 sulla politica dell’informazione sulla sicurezza

2 ibidem