Il Valentine fu uno dei più importanti carri armati per fanteria dei reparti corazzati dell’esercito britannico nella Seconda guerra mondiale.
Il mezzo venne progettato nel 1938, ed entrò in servizio a partire dal 1940. Vennero realizzati più di 8000 esemplari; la produzione del carro armato cessò intorno al 1944. Inoltre, è bene precisare che il veicolo fu anche costruito – su licenza – in Canada.
I Valentine furono utilizzati, oltre dai britannici, anche dai reparti corazzati dell’Armata Rossa e dall’esercito neozelandese durante la guerra. Il veicolo fu ampiamente utilizzato nella campagna nordafricana, e si distinse.
Per il Valentine i tecnici presero come “base” i carri armati A9, A10 e A11. Sebbene venissero impiegate parti meccaniche dell’A10 e dell’A11, il nuovo mezzo differiva per una corazzatura maggiore e la torretta (creata ex novo). Inoltre, furono utilizzate componenti già testate sui mezzi A9 e A11; tutto questo rese la realizzazione del design più semplice e soprattutto meno dispendioso.
È bene ricordare che la torretta del Valentine suscitò molti dubbi nei vertici del British Army; le autorità militari la ritenevano insufficiente quanto ad abilità.
Fu solamente alla vigilia del conflitto – ossia quando il problema degli armamenti era oramai diventato impellente – che furono ordinate le prime commesse del mezzo.
Come altri carri armati del periodo (vedi articolo I carri armati per la fanteria: il “Churchill”), il Valentine montava un cannone da 2 libbre (40 mm). Secondo molti analisti i dubbi dei vertici dell’Esercito britannico in merito alla torretta erano motivati, poiché “le dimensioni e le caratteristiche della stessa impedivano l’installazione di un pezzo più potente”.1
Nella campagna nordafricana, il carro armato britannico diede delle buone prove anche se ebbe delle serie complicazioni con i carri tedeschi – meglio armati – e con i semoventi da 75/18 del Regio Esercito. In seguito, nelle versioni successive del Valentine fu migliorata la torretta dotandola di un cannone da 6 libbre. Inoltre, venne anche aumentata la potenza del motore.
Da sottolineare che gli ultimi esemplari furono muniti con un cannone da 75 mm (ultima foto), ma il carro oramai poteva definirsi “superato”. Infatti, la produzione del mezzo – come accennato in precedenza – terminò nel 1944. Ciononostante, si può asserire che il Valentine fu un carro armato valido nel corso della guerra.
Dallo scafo e dalla meccanica del mezzo da combattimento furono tratte un discreto numero di varianti: veicolo per lo sminamento, centro radio, trasporto ponti speciali, lanciafiamme e Canal Defense Light (versione per attacchi notturni, ndr).2
Il Valentine - oltre al teatro nordafricano - venne impiegato in Madagascar, nell’Europa nordoccidentale, nel Pacifico e sul fronte orientale.
Il carro armato per fanteria Valentine aveva una lunghezza di 5,41 m, altezza 2,273 m e larghezza 2,629 m. Pesava 16 tonnellate e aveva una corazzatura da 8-65 mm.
Motore: AEC A190 diesel, potenza 131 CV. La velocità massima era di circa 24 km/h.
L’armamento principale era costituito da un cannone da 2 libbre (40mm, Mk I-VII), 6 libbre (57mm, Mk VIII-X) e un pezzo da 75 mm (Mk XI), mentre quello secondario era composto da una mitragliatrice Besa da 7,92 mm.
Il mezzo – a seconda delle versioni – poteva contare su un equipaggio di 3 o 4 uomini.
1 Cfr. P.F. Cazzani, Il carro Valentine Mk III, in Storia Illustrata n°185, 1973, p.114
2 Ibidem