Il Consolidated B-24 Liberator fu un importante bombardiere impiegato dalle forze aeree dell’esercito degli Stati Uniti (United States Army Air Forces) nella Seconda guerra mondiale. I principali utilizzatori del velivolo – oltre alle United States Army Air Forces – furono la U.S. Navy, la Royal Air Force e la Royal Australian Air Force.
I quadrimotori B-24, durante il conflitto, vennero usati come bombardieri pesanti, ricognitori marittimi, aerei anti-sommergibili e da trasporto.
Il primo prototipo di Liberator prese il volo la prima volta il 29 dicembre del 1939, e diede buoni risultati; il mezzo entrò in servizio attivo a partire dal 1941.
Dal 1940 al 1945 furono prodotti oltre 18000 esemplari. È bene ricordare che le versioni del tipo-base furono molte. Inoltre, i B-24 equipaggiarono anche numerosi squadroni della Royal Air Force.
L’ala del mezzo consentiva una notevole velocità di crociera, un lungo raggio e capacità di portare un gravoso carico di bombe. Tuttavia, non era facile da pilotare e non erano buone le prestazioni a bassa velocità.
Il bombardiere si presentava come “antiestetico” poiché abbastanza tozzo, e sostenuto da ala medio-alta assai stretta. Oltre a ciò, si può asserire che il Liberator non fu un aeroplano geniale, ma fu senz’altro una macchina solida, celere (per il suo tempo), sicura e robusta. 1
I B-24, durante la guerra, vennero impiegati su tutti i teatri bellici.
Realizzati per effettuare bombardamenti in particolare di giorno, i Liberator non sempre furono idonei come i Boeing B-17 Flying Fortress (Fortezze Volanti).
Un raid degno di nota avvenne il 12 giugno del 1942. In quell’occasione 13 B-24, partiti dal Nordafrica, realizzarono dei bombardamenti contro i pozzi petroliferi e le raffinerie gestite dalla Germania vicino Ploesti (Romania). Un attacco ancora più importante, sempre intorno a Ploesti, ci fu con l’Operazione Tidal Wave il 1°agosto del 1943 (foto). L’obiettivo strategico era quello ridurre e mettere in crisi la produzione di petrolio del Terzo Reich.
Importante sottolineare che a partire dal 1942 non vi fu – sostanzialmente – città italiana del centro-sud che non “incontrò” i B-24…
Complessivamente, si può sostenere che i Liberator nelle loro missioni misero a segno i loro colpi con meticolosità e insieme ai “colleghi” delle Fortezze Volanti contribuirono alla vittoria finale.
Dopo la fine del conflitto il B-24 venne ritirato dal servizio attivo dalle forze aeree statunitensi.
L’Indian Air Force utilizzò il velivolo fino al 1968.
Il Consolidated B-24J aveva un’apertura alare di 34 m, altezza 5,372 m e lunghezza 20,47 m.
Il peso a vuoto era di 16556 kg, mentre carico 24948 kg.
Motore: 4 Pratt & Whitney R-1830 Twin Wasp, potenza 1200 CV. La velocità massima era di 478
km/h (a 7600 m), mentre quella di crociera 346 km/h. La quota di tangenza era di 8500 m.
L’armamento era composto da mitragliatrici M2 Browning da 12,7 mm. Inoltre, il velivolo poteva trasportare un carico di bombe da 3600 kg (corto raggio) e 2300 kg (lungo raggio).
1 Cfr. G. Bonacina, Il Liberator, in Storia Illustrata n°152, 1970, p.124
Foto: U.S. Army Air Forces / AAF Antisubmarine Command / USAF