Il relitto della portaerei giapponese Akagi

(di Mario Veronesi)
05/10/23

A 81 anni dall'affondamento, rilasciate le prime immagini della portaerei giapponese Akagi. Scoperto il Il 20 ottobre 2019, dalla nave di ricerca Petrel che ritrovò il relitto della Akagi a 5.346 m di profondità presso l’atollo di Midway. Soltanto recentemente i sottomarini della EV Nautilus hanno filmato i resti della nave della Marina imperiale. Gli emblemi del Giappone imperiale marchiano lo scafo arrugginito, i cannoni antiaerei sono ancora puntati verso l'alto e restano visibili i segni delle bombe statunitensi.

L‘Akagi è stata una portaerei di squadra appartenente alla Marina imperiale giapponese, unica unità della sua classe e così nominata dal vulcano omonimo che sorge nella regione del Kantō.

Progettata come incrociatore da battaglia, entrato in vigore il trattato di Washington sulla riduzione degli armamenti navali, fu terminata come portaerei in grado di portate uno stormo imbarcato di 61 velivoli tra caccia, aerosiluranti Mitsubishi B2M e bombardieri. Originariamente disponeva di 3 ponti disposti "a scalino", non presentava isole nemmeno sul ponte di volo superiore, ed i 2 ponti inferiori non necessitavano di elevatori. Disponeva di un armamento antinave costituito da 10 cannoni da 203mm, formato da 2 torri binate nel settore prodiero e 6 singoli pezzi (3 per lato) a poppa, oltre che da 6 contraeree binate (3 per lato) ed altro armamento minore.

Tra il 1935 ed il 1938 l'Akagi fu sottoposta ad una serie di ammodernamenti, a partire dall'eliminazione dei ponti di volo e dei cannoni a prora, per formare un unico grande ponte di volo rettangolare dotato di una piccola isola sul lato sinistro ed un terzo elevatore. Fu inoltre costruito un unico fumaiolo sul lato destro, orientato verso l'esterno e il basso, per evitare che il fumo invadesse il ponte di volo. Protagonista con le altre portaerei dell’attacco a Pearl Harbor.

Tra il 4 e il 7 giugno 1942 venne combattuta presso l’atollo di Midway situato ad ovest delle isole Hawai, una grande battaglia aeronavale fra le flotte giapponesi ed americane che avrebbe segnato il punto di svolta nell’andamento della guerra sul Pacifico.

Lo scontro, condotto principalmente dalle flotte aeree imbarcate, vide il successo americano con l’affondamento di 4 portaerei, un incrociatore, 248 aerei distrutti e 3057 morti da parte giapponese, contro una portaerei, un cacciatorpediniere, 147 aerei distrutti e 307 morti da parte statunitense.

Uno stormo di bombardieri in picchiata Douglas SBD Dauntless appartenenti alla portaerei USS Enterprise colpirono l’Akagi in corrispondenza dell'elevatore centrale, incendiando l'aviorimessa e una parte degli apparecchi già pronti al decollo sul ponte di volo, carichi di carburante e di armi; si verificarono una serie di violente esplosioni che resero oltremodo difficile il controllo degli incendi.

La mattina del 5 giugno, divenuto chiaro che la portaerei non era più salvabile, i cacciatorpediniere nipponici trassero in salvo gli ultimi membri dell'equipaggio ancora a bordo e finirono l’Akagi con alcuni siluri.

La Research Vessel Petrel è un’eccezionale nave creata proprio per esplorare gli ecosistemi sottomarini e ricercare relitti storicamente significativi. A questo scopo si avvale di due robot subacquei, un AUV (veicolo subacqueo autonomo) e un ROV (veicolo azionato a distanza), in grado di lavorare ad elevatissime profondità. L’equipaggio, guidato da Rob Kraft, direttore delle operazioni sottomarine di Vulcan Inc., la società che gestisce la nave, collabora con la Marina degli Stati Uniti e le autorità internazionali nella ricerca di famose navi scomparse, in particolar modo del secondo conflitto mondiale. Durante le sue ricerche Kraft ha finora individuato ben 31 relitti, tra cui quelli delle portaerei Hornet, Wasp e Lexington e del famoso incrociatore pesante Indianapolis.

Foto: web