Si è svolta nei giorni scorsi, alla presenza del comandante della Scuola Sottufficiali dell’Esercito, colonnello Fabrizio Barone, la cerimonia di consegna dello spadino agli allievi marescialli del XXVI corso “Fermezza”.
Il capo scelto di reggimento ha pronunciato la tradizionale formula che sancisce il gemellaggio tra i corsi consegnando lo spadino al rappresentante del corso cappellone al grido di “Buona fortuna!”.
Il comandante del reggimento allievi, colonnello Antonello Andreottola, nel suo discorso introduttivo ha incitato i frequentatori del XXVI corso ad “alimentare con fermezza quella scintilla, a similitudine di una fiaccola olimpica, per tenere vive le splendenti fiamme, simbolo della straordinaria famiglia dei Sottufficiali dell’Esercito Italiano”. Rivolgendosi poi agli anziani del XXV corso ha ricordato loro il dovere di rappresentare ancora di più quel faro illuminante verso cui i giovani gemelli si rivolgeranno nei momenti di difficoltà.
Il comandante della Scuola Sottufficiali dell’Esercito ha chiuso la cerimonia sottolineando il significato simbolico della consegna dello spadino, momento che, idealmente, fa entrare anche gli allievi del primo anno nella schiera di chi ha la responsabilità di custodire le tradizioni della Scuola e il ricordo perenne dei caduti.
Il motto “Ut Ardeant Ardeo”, urlato con orgoglio da tutto il reggimento allievi, ha suggellato, infine, l’unità e il rispetto tra i due corsi. L’evento si è concluso con la libera uscita solenne dal cancello d’onore dell’Istituto.
L’odierna cerimonia decreta il gemellaggio tra i corsi allievi marescialli, un passaggio di testimone tra anziani e cappelloni, che idealmente rappresenta il travaso dei valori e delle tradizioni che animano i giovani frequentatori della Scuola Sottufficiali dell’Esercito.