È necessario porre alcune premesse per cercare di intuire l’ossimorica logica irrazionale degli investimenti “a fondo perduto” fatti dalle grandi potenze mondiali. È opportuno sapere, innanzitutto, che non sono “a fondo perduto”. Sono ricompensate da valori non tangibili. Uno tra tutti, la “potenza”. Prendo in prestito le parole di Dario Fabbri con alcune (sue) considerazioni utili a comprendere il significato di “potenza”, segnatamente in riferimento agli Stati Uniti e alla Russia, ma soprattutto, per capire come questa “potenza” sia fondata non su criteri dettati dalle regole dell’economia, bensì su scelte che, razionalmente, sono assolutamente diseconomiche:
“Unico egemone globale, sul piano economico semplicemente gli Stati Uniti non dovrebbero esistere. Dotati di un immenso debito pubblico, di un deficit commerciale mai sostenuto prima, di capacità industriali in netto scadimento, vivessero di economia rasenterebbero lo Stato fallito. Ma restano dominatori, perché centrati sulla potenza, inarrivabili in campo geopolitico. … Controllano il flusso navale in ogni stretto del globo - sebbene il 70% delle merci non raggiunga mai il Nordamerica – e offrono la propria deterrenza nucleare ai clientes. … Impossibile divinare i movimenti della superpotenza americana applicando categorie interpretative di stampo economicistico, calcolando i soli utili materiali…. Per gli americani è essenziale esistere sul tetto del mondo. Per cui sopportano morti in battaglia, la presenza di un risicato welfare domestico, l’ingiustizia della propria società.
La Russia è uno stato di insignificante valore economico e industriale, capace soltanto di vendere ciò che non produce (gli idrocarburi). Eppure resta tra le principali potenze del mondo perché ossessionata dalla propria influenza, dal mantenimento del peso geopolitico. Le élite occidentali si emozionano quando a Mosca o a San Pietroburgo esplodono manifestazioni antidittatoriali. Ma i russi non vivono di benessere, né di economia, categorie sconosciute, specie nel Paese profondo. Piuttosto, giudicano i reggenti dagli obiettivi perseguiti nell’agone internazionale. … Così Vladimir Putin è cosciente che potrebbe finire nei testi di storia patria come il leader che ha perso l’Ucraina. Rovescio assai più serio di qualsiasi diminuzione del reddito pro capite. Ragione che rende pressoché inutili le sanzioni applicate ai russi, estranei al benessere occidentale, piuttosto inclini a guardare con maggiore odio all’Occidente che impone tali misure.”1
Riguardo agli Stati Uniti, la riprova di quanto affermato è offerta dal pacchetto di aiuti istituito da Washington a favore di diversi paesi in crisi per guerre conclamate o potenziali, approvato dal Congresso riunito in una sessione straordinaria il 20 aprile 2024. Consiste in 95 miliardi di dollari in aiuti militari o di sostegno agli sforzi bellici reali o possibili, da destinare all’Ucraina (60,84 miliardi), a Israele (26,38 miliardi) e a Taiwan (8,12 miliardi). Questo, tuttavia, è solo l’ultimo esempio di una condotta che, secondo i principi economicistici che indirizzano le politiche di gran parte del mondo “occidentalizzato” (vanno considerati anche il Giappone e la Corea del Sud), non può che destare perplessità: dopotutto questi aiuti quando non sono “a fondo perduto”, quantomeno non sono certamente recuperabili in toto. E proprio questo è il punto. Come vedremo, uno dei macro-parametri su cui gli Stati Uniti hanno fondato la loro grandezza è rappresentato proprio dalle enormi elargizioni fatte a Paesi che, in questo modo, entrano nella loro orbita e ne subiscono l’influenza, in quanto beneficiari di tanta generosità e, pertanto, soggetti ad un vincolo di riconoscenza. È questo il presupposto su cui, oggettivamente, si fonda l’impero americano.
In passato, persino Stati tradizionalmente nemici, come l’Unione Sovietica sono stati, a ragion veduta, destinatari di tanta generosità. Mi riferisco al Lend-Lease Act (Legge Affitti e Prestiti), argomento di questa disamina, che ho voluto rispolverare per far comprendere le grandi (apparenti) contraddizioni che regolano i rapporti e gli equilibri, questi ultimi sempre precari, tra queste due potenze globali.
Il Lend-Lease Act è un provvedimento legislativo adottato l’11 marzo 1941 dal Congresso e dal presidente degli Stati Uniti il cui scopo, inizialmente, era quello di soccorrere con idonei mezzi finanziari, rifornimenti di materiali bellici e materie prime quegli Stati europei ed extraeuropei che seguivano una politica giudicata conforme agli interessi degli Stati Uniti. A quella data gli Stati Uniti non erano ancora entrati nel conflitto e il provvedimento doveva mantenere una parvenza di neutralità da parte loro. Successivamente, in seguito alla loro entrata in guerra, la legge servì a mantenere quegli aiuti fino al raggiungimento degli obiettivi militari e politici condivisi con gli Alleati. Il Lend-Lease Act attribuiva al presidente statunitense il potere di stabilire non solo i materiali da distribuire, ma anche le modalità di rimborso da parte dei Paesi beneficiari; bastava che queste fossero dichiarate soddisfacenti, a discrezione del presidente stesso. I rifornimenti venivano inviati dove e quando erano più necessari. Nel 1941, quando infuriava la Battaglia d’Inghilterra, vennero convogliati principalmente verso il Regno Unito. Per tutta la durata della guerra, il Land-Lease ha contribuito per circa il 10% anche alla fornitura alimentare complessiva della Gran Bretagna.2 Quando poi la guerra si estese all’Africa, al Medio Oriente, all’Australia e all’India, gli aiuti furono fatti arrivare in quelle aree. Con la firma del protocollo nell'ottobre 1941, la fornitura di beni con il Lend-Lease Act iniziò a spostarsi verso l'Unione Sovietica, in volume sempre crescente.
Proprio su queste forniture voglio soffermare la mia attenzione, per l’attualità di quella delibera storica a favore di Stalin, in rapporto a quella recentissima in supporto a Zelensky. La Russia ha dimenticato in fretta come la vittoria nella Grande Guerra Patriottica abbia beneficiato anche di un apporto affatto marginale da parte del suo più grande nemico storico: gli Stati Uniti.
Dal 1941 al 1945, il Lend-Lease Act fornì beni all'Unione Sovietica per un valore 11,3 miliardi di dollari dell’epoca (circa 180 miliardi di dollari nella valuta attuale).
Nel novembre 1941, in una lettera al presidente degli Stati Uniti Roosevelt, Stalin scrisse:
“La sua decisione, signor presidente, di concedere all'Unione Sovietica un prestito senza interessi del valore di 1.000.000.000 di dollari per far fronte alle consegne di munizioni e materie prime all'Unione Sovietica è accettata dal governo sovietico con sincera gratitudine come aiuto vitale all'Unione Sovietica nella sua tremenda e onerosa lotta contro il nostro nemico comune: il sanguinario hitlerismo.”3
In termini quantitativi, si è trattato dell’invio di mezzi e materiali nei quantitativi di seguito indicati:4
► 400.000 jeep e camion;
► 14.000 aeroplani;
► 8.000 trattori;
► 13.000 carri armati;
► 1,5 milioni di coperte;
► 15 milioni di paia di stivali da combattimento;
► 107.000 tonnellate di cotone;
► 2,7 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi;
► 4,5 milioni di tonnellate di cibo.
Molti degli aerei furono trasportati direttamente dagli Stati Uniti all’Unione Sovietica lungo la rotta settentrionale attraverso l’Alaska e la Siberia, altri furono imballati e spediti nel Golfo Persico, dove vennero assemblati e trasportati in Russia.5 Ai mezzi e materiali sopraelencati, vanno aggiunti 350 locomotive, 1.640 pianali e quasi mezzo milione di tonnellate di rotaie e accessori, assali e ruote, il tutto per il miglioramento delle ferrovie che garantivano il sostegno logistico all’Armata Rossa sul fronte orientale. E ancora: chilometri di cavi telefonici da campo, migliaia di telefoni e migliaia di tonnellate di esplosivi, macchine utensili e altre attrezzature per aiutare i Russi a produrre i propri aerei, fucili, proiettili e bombe.6
Dalla Guerra Fredda fino ai giorni nostri, molti politici sovietici e russi hanno ignorato o minimizzato l’impatto dell’assistenza americana all’URSS, così come l’impatto dell’intera guerra condotta dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, con tutto il Commonwealth, contro i nazisti.
La prima valutazione storica ufficiale del ruolo del Lend-Lease è stata data dal presidente del Comitato di Pianificazione Statale Nikolai Voznesensky nel suo libro L’economia militare dell’URSS durante la guerra patriottica, pubblicato nel 1948:
“...Se confrontiamo la dimensione delle forniture di beni industriali degli Alleati all'URSS con la dimensione della produzione industriale presso le imprese socialiste dell'URSS nello stesso periodo, si scopre che la quota di queste forniture rispetto alla produzione economica interna durante la guerra è stata solo del 4% circa.”7
La cifra del 4% è stata pubblicata senza dettagli ed è contestata.
“Per chi fosse interessato alla storia, c'era un dato canonico: le forniture Lend-Lease ammontavano al 4% del volume della produzione industriale dell'URSS durante la guerra. Fu pubblicato senza ulteriori commenti nel suo libro "L'economia militare dell'URSS durante la guerra patriottica" dal presidente del Comitato di Pianificazione dello Stato, Nikolai Voznesensky, poi fucilato in seguito all’Affare di Leningrado.8 Non è chiaro come Voznesensky e i suoi collaboratori abbiano calcolato queste percentuali. Era difficile stimare il PIL sovietico in termini monetari a causa della mancanza di convertibilità del rublo. Se fosse una questione di unità di materiali, allora non è chiaro come i carri armati siano stati paragonati agli aeroplani e il cibo all'alluminio.”9
Di fatto, questo dato espresso in maniera così assertiva è diventato la caratteristica principale con cui il Lend-Lease è stato descritto nelle opere storiche sovietiche. La valutazione di Voznesensky contraddice chiaramente i dati pubblicati nell’era post-sovietica sul volume della produzione sovietica e sul volume delle consegne nel quadro del Lend-Lease.
La Breve Storia della Grande Guerra Patriottica, anch'essa del 1948, riconosceva sì le spedizioni del Lend-Lease, ma concludeva: "Nel complesso questa assistenza non fu abbastanza significativa da esercitare in alcun modo un'influenza decisiva sul corso della Grande Guerra Patriottica".10
Nel 2015, Nikolaj Ryžkov, l'ultimo capo del governo dell'Unione Sovietica, riferendosi all’assistenza fornita all’URSS con il Lend -Lease Act ha dichiarato che "si può affermare con sicurezza che non ha svolto un ruolo decisivo nella Grande Vittoria".11
Tali valutazioni, però, sono contraddette dalle opinioni dei sovietici che sono stati protagonisti della guerra. Già nelle parole di Stalin sopra riportate è presente la riconoscenza nei confronti degli Stati Uniti per il significativo sostegno materiale ricevuto. Un altro riscontro lo si può trovare in occasione della Conferenza di Teheran del 1943, quando Stalin, durante una cena di gala in onore del 69° compleanno di Winston Churchill, brindò al programma del Lend-Lease con Churchill e Roosevelt. Delle parole pronunciate dal dittatore sovietico esistono varie traduzioni da fonti inglesi e riprese dai commentatori russi. Le diverse versioni, tuttavia, non differiscono nella sostanza per cui senza le “macchine” approvvigionate dall’America, l’esito del conflitto per la Russia sarebbe stato ben diverso. Di seguito riporto una delle traduzioni accreditate ed esemplificative:
“Voglio dirvi cosa hanno fatto il presidente e gli Stati Uniti per vincere la guerra, dal punto di vista russo. Le cose più importanti in questa guerra sono le macchine. Gli Stati Uniti hanno dimostrato di poter produrre tra gli 8.000 e i 10.000 aerei al mese. La Russia può produrre al massimo 3.000 aerei al mese. L'Inghilterra ne produce 3.000-3.500 al mese, per lo più bombardieri pesanti. Così, gli Stati Uniti sono un paese di macchine. Senza questi veicoli Lend-Lease, avremmo perso questa guerra.”12
A testimoniare il pensiero di Iosif Stalin in merito al Lend-Lease, vi è anche l’autorevole di Nikita Chruščëv parere condiviso con quello del dittatore. L’analisi dei fatti prospettata da Chruščëv è lucida e, tutto sommato, onesta:
“La Gran Bretagna e gli Stati Uniti hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per fornirci assistenza materiale di ogni tipo, principalmente assistenza militare, sottoforma di armamenti e altro supporto materiale necessario per la condotta della guerra. Abbiamo ricevuto molto aiuto. Non si è trattato, naturalmente, di generosità da parte della Gran Bretagna e degli Stati Uniti, né volevano aiutare i popoli dell'Unione Sovietica, tutt'altro. Ci hanno aiutato a distruggere le risorse del nemico comune. In tal modo, hanno combattuto con le nostre mani, con il nostro sangue, contro la Germania hitleriana. Ci hanno pagato per poter continuare a combattere, ci hanno pagato con armi e materiali. Dal loro punto di vista, era ragionevole. Ed è stato davvero ragionevole, ed è stato vantaggioso per noi. Dopotutto, è stata dura per noi in quel momento, abbiamo pagato un prezzo molto alto in guerra, ma dovevamo farlo, perché altrimenti non saremmo stati in grado di combattere. È sorto un interesse reciproco e abbiamo stabilito e continuato a sviluppare buone relazioni e fiducia reciproca.
Vorrei esprimere la mia opinione e parlare apertamente dell'opinione di Stalin sulla questione se l'Armata Rossa e l'Unione Sovietica sarebbero state in grado di far fronte alla Germania di Hitler e di sopravvivere alla guerra senza l'aiuto degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Prima di tutto, vorrei parlare di alcune osservazioni fatte da Stalin, che ha ripetuto più volte quando abbiamo avuto "libere conversazioni" tra di noi. Ha detto senza mezzi termini che se gli Stati Uniti non ci avessero aiutato, non avremmo vinto la guerra: faccia a faccia con la Germania di Hitler, non avremmo resistito al suo assalto e avremmo perso la guerra. Nessuno ha mai trattato ufficialmente questo argomento nel nostro paese, e non credo che Stalin abbia lasciato tracce scritte della sua opinione da nessuna parte, ma continuo a sostenere che ha ribadito questo aspetto più volte nelle conversazioni avute con me. Non ha parlato specificamente di questa questione, ma quando stavamo semplicemente parlando, discutendo di questioni di politica internazionale, presenti e passate, e passando al tema di ciò che abbiamo dovuto affrontare durante la guerra, questo è quello che ha detto. Quando ho sentito i suoi commenti, ero completamente d'accordo con lui, e ora sono lo sono ancora di più.”13
La rilevanza di questo accordo è stata anche sottolineata dal membro del Politburo Anastas Mikoyan, di Commissario del Popolo per il Commercio Estero dell'URSS durante la guerra e, nella sua funzione, dal 1942 incaricato di ricevere le forniture alleate assegnate con il Lend-Lease:
“Quando iniziarono ad arrivarci lo stufato americano, il burro, le uova in polvere, la farina e altri prodotti, che significativo apporto calorico ricevettero immediatamente i nostri soldati! E non solo i soldati: qualcosa è arrivato anche nelle retrovie. Oppure prendiamo la fornitura di autoveicoli. Tenendo conto delle perdite lungo il percorso, per quanto possa ricordare, alla fine abbiamo ricevuto circa 400.000 autoveicoli di prima classe per l'epoca come Studebaker, Ford, Willis e mezzi anfibi. Tutto il nostro esercito si è effettivamente ritrovato su ruote, e che ruote! Di conseguenza, la sua manovrabilità è aumentata ed è cresciuto notevolmente il ritmo dell'offensiva. … Senza il Lend-Lease probabilmente avremmo combattuto per un altro anno e mezzo.”14
Da parte americana, poi, il Segretario di Stato Edward R. Stettinius, riferì le ragioni addotte senza ipocrisie dal senatore Walter F. George, presidente della Commissione Finanziaria durante il periodo bellico, del perché valeva la pena spendere soldi per il programma Lend-Lease:
“La Nazione ora spende circa 8 miliardi al mese. Se non fosse stato per i preparativi che abbiamo fatto in questi mesi, guadagnando tempo, la guerra, ne sono convinto, sarebbe durata un anno in più. Spendiamo fino a 100 miliardi di dollari all'anno in guerra e, inoltre, perdiamo un numero enorme di vite dei migliori figli del paese. Anche se abbreviassimo la guerra di soli sei mesi, risparmieremmo 48 miliardi di dollari, avendone spesi solo 11 (con il Land-Lease, n.d.a.) e il sangue dei nostri soldati e le lacrime delle nostre madri non hanno prezzo...” 15
Prima di concludere, voglio ricordare anche il Progetto Hula, un programma parallelo al Lend-Lease, durante con cui gli Stati Uniti trasferirono navi militari all'Unione Sovietica in previsione che i Sovietici si unissero alla guerra contro il Giappone, in particolare in preparazione alle invasioni sovietiche pianificate del sud di Sachalin e delle isole Curili. Con sede a Cold Bay, in Alaska, il progetto fu attivo durante la primavera e l'estate del 1945. Si è trattato del programma di trasferimento più grande e ambizioso della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo aver ricevuto dall’Unione Sovietica un elenco delle attrezzature necessarie - che gli Americani chiamarono in codice MILEPOST- gli Stati Uniti iniziarono il lavoro per soddisfare i requisiti sovietici in aggiunta alle assegnazioni annuali previste con il Lend-Lease.16
Secondo la legge statunitense, tutte le navi trasferite all'estero tramite Lend-Lease dovevano essere restituite alla custodia statunitense dopo la conclusione della II Guerra Mondiale e, nel febbraio 1946, gli Stati Uniti iniziarono i negoziati con l'Unione Sovietica per la restituzione delle navi trasferite. Tuttavia, con l'inizio della Guerra Fredda, le relazioni tra l'Unione Sovietica e gli alleati occidentali si deteriorarono rapidamente, ostacolando il ritorno delle navi.17
Paradossalmente, la Marina degli Stati Uniti in realtà non voleva riprendere in consegna le navi perché non erano più utili e sarebbe stato costoso prenderle in custodia e smaltirle; di conseguenza alcune navi subirono un trasferimento meramente amministrativo sotto la custodia degli Stati Uniti, per rispettare quanto stabilito dalla legge. L'Unione Sovietica trasferì due dragamine alla Repubblica Popolare Cinese; delle altre 97 navi del Progetto Hula 81 furono vendute all’Unione Sovietica come rottami e 16 furono affondate al largo di Nakhodka.18
A quali conclusioni si può arrivare, guardando oltre i meri aspetti fattuali della storia passata e presente?
La Russia dovrebbe riflettere sul proprio passato e, al di là delle proprie ragioni para-imperiali, comprendere l’entità del danno causato da una visione antistorica del presente, con il tentativo di annessione dell’Ucraina al proprio “impero”. Non deve destare stupore che gli Stati Uniti abbiano voluto applicare una forma di Lend-Lease nei confronti dell’Ucraina.
D’altro canto, gli Stati Uniti dovrebbero essere un po’ più prudenti ed evitare gesti avventati come la scelta di rifiutare, quando si è presentata l’opportunità, un dialogo costruttivo con la Russia. È stata un’umiliazione gratuita, il cui esito è sotto gli occhi di tutti. Un po’ più di lungimiranza avrebbe fatto comprendere alla più potente democrazia del mondo, che forse era l’occasione buona per stringere una coalizione in chiave anti-cinese, senza tanti inutili proclami e dispendio di energie con movimenti di flotte e trame dietro le quinte. Invece, adesso, l’asse Mosca-Pechino si è consolidato, a dispetto della ancestrale rivalità tra i due paesi.
I campioni della realpolitik di cui Kissinger è stato maestro indiscusso si affannano nel perseguire il mantenimento del loro primato sul globo, mentre l’Impero di Mezzo, forte della proverbiale calma taoista, aspetta seduto sulla riva che il cadavere del nemico (o dei nemici) passi trasportato dal fiume.
1 D. Fabbri, Geopolitica Umana, Gribaudo, 2023, pp. 110-113.
2 https://www.historians.org/about-aha-and-membership/aha-history-and-arch...(1945)/how-much-of-what-goods-have-we-sent-to-which-allies.
6 Ibid.
7Помогли ли союзники СССР в войне? (Gli alleati dell'URSS hanno aiutato nella guerra?), Dzen, 28/04/2020. https://dzen.ru/a/Xqf_dzbPb0AeGO7T.
8 L'espressione “Affare di Leningrado” indica una serie di processi svoltisi tra la fine degli anni ‘40 e l'inizio degli anni ‘50 a carico di alcuni importanti esponenti politici sovietici, accusati di aver dato vita ad una corrente ostile al potere centrale.
9 A. Krechetnikov, "Садовый шланг" Франклина Рузвельта (Il “tubo da giardino” di Franklin Roosevelt), BBC Russian, 29/06/2007. http://news.bbc.co.uk/hi/russian/russia/newsid_6248000/6248720.stm.
10 R. Coalson, “We Would Have Lost”: Did U.S. Lend-Lease Aid Tip The Balance In Soviet Fight Against Nazi Germany?, Radio Free Europe-Radio Liberty, 07/05/2020. https://www.rferl.org/a/did-us-lend-lease-aid-tip-the-balance-in-soviet-....
11 Ibid.
12 V. Nagirnyak, Тост за ленд-лиз (Brindisi al Lend-Lease), Warspot, 05/12/2017. https://warspot.ru/10639-tost-za-lend-liz.
13 N. Chruščëv, Послевоенные размышления (Riflessioni del dopoguerra). http://militera.lib.ru/memo/russian/khruschev1/28.html.
16 R. A. Russell, Project Hula: Secret Soviet-American Cooperation in the War Against Japan, Naval Historical Center, Washington, D.C., 1997, p. 8.
17 R. A. Russell, op. cit., p. 37.
18 R. A. Russell, op.cit., p.38.
Foto: IWM / web / U.S. Navy