Le trattative tra Leonardo e KNDS per lo sviluppo del carro armato Leopard 2A8 nella sua versione "italiana" o "italianizzata" per equipaggiare l'Esercito Italiano sono state interrotte.
Il punto di rottura, stando a quanto riportato da vari organi di stampa e che trapela tra le righe dei rispettivi comunicati aziendali, sembra essere stata la differenza di vedute circa la percentuale del lavoro sulla piattaforma da svolgere in Italia e su quante e quali componenti italiane dove montare l'MBT opzionato da Roma.
La notizia è amara perché significa che, ad oggi, l'unico progetto a restare in piedi nel breve-medio termine per la componente pesante delle nostre forze corazzate è quello dell'ammodernamento del carro C1 Ariete alla sua versione C2, operato dal consorzio CIO (Iveco-OTO Melara). Una soluzione di compromesso, nell'attesa che l'Esercito possa essere dotato di un carro armato di nuova generazione.
Il progetto AICS è a lungo termine, mentre la costruzione del Main Ground Combat System (MGCS), il carro armato del futuro franco-tedesco nella cui partnership l'Italia punta ad entrare, è bloccata dalle rivalità industriali incrociate. Una strada in salita, dunque, che imporrebbe ai decisori politici, militari ed industriali italiani di provvedere quanto prima a trovare una soluzione per le gravi carenze che la componente corazzata pesante dell’Esercito Italiano ha palesato.
Le strade da poter seguire sono almeno tre:
1) Soluzione nazionale: accelerazione del programma di ammodernamento e consegna del C2 Ariete, con velocizzazione - che significa aumento degli investimenti e determinazione di tempi certi - del programma AICS. Inutile negare quanto sia di difficile realizzazione. Senza contare che si tratterebbe semplicemente di tamponare, e neanche nella maniera ottimale, le gravi carenze già evidenziate.
2) Soluzione estera: quella che prevede l'acquisizione di piattaforme estere, come il sudcoreano K2 Black Panther, lo statunitense M1 Abrams, i tedeschi Leopard 2 A8 e Panther KF51 (quest'ultimo ancora in fase di sviluppo e basato sul Leopard 2A4), l'israeliano Merkava o il britannico Challenger, nelle loro versioni "standard", senza coinvolgimento dell'industria italiana di settore. Questa è la soluzione propugnata dai "puristi", ma lontana dalla tradizionale politica seguita nel nostro Paese di voler coinvolgere anche l'industria nazionale nello sviluppo e nella produzione delle piattaforme.
3) Soluzione realista: individuazione di una piattaforma estera da acquisire abbastanza rapidamente, così da affiancarla al C2 Ariete, per avviarne poi la produzione in Italia su licenza e con le eventuali modifiche e/o migliorie che gli standard, le esperienze operative e le necessità sul campo impongano all'Esercito Italiano.
Inutile negare l'importanza di disporre in tempi brevi di piattaforme che garantiscano prontezza operativa e capacità di azione per la componente corazzata dell'EI, mentre le lezioni provenienti da Ucraina e Gaza stanno confermando la centralità del MBT nella guerra contemporanea. Sotto tale aspetto, ferma la preferenza logistico-commerciale per un carro armato prodotto in Europa, valutando esclusivamente le caratteristiche tecnico-militari, il Merkava sarebbe probabilmente la scelta più idonea per equipaggiare l’Esercito.
Foto: IDF