"I principali obiettivi di queste operazioni saranno gli occupanti stranieri, soprattutto le loro basi militari permanenti. Colpiremo i funzionari del regime fantoccio, le loro installazioni militari, in particolare le loro infrastrutture principali come il Ministero dell'Interno".
Quello che dovrebbe iniziare tra poche ore, sarà il primo scontro tra le forze afgane e gli insorti senza il pieno appoggio delle truppe USA. Il gruppo militante islamico combatte il governo afghano ed i suoi sostenitori stranieri fin da quando è stato estromesso dal potere nel 2001.
Aggiungono i talebani. “Gli occupanti stranieri farebbero meglio a lasciare subito le nostre terre, non avremo pietà per nessuno”.
La missione della NATO si è formalmente conclusa nel dicembre scorso, ma una piccola forza straniera è rimasta per addestrare il personale di sicurezza locale. Lo scorso marzo, il presidente americano Barack Obama, contrariamente a quanto affermato in precedenza, ha deciso di mantenere l’attuale forza americana in Afghanistan, 9.800 soldati, fino alla fine del 2015.
Un portavoce del ministero della difesa afghano ha respinto l'annuncio dei talebani, affermando che le forze armate sono pronte a combattere qualsiasi offensiva dei ribelli.
Aggiungono dal governo: “I talebani dovrebbero cercare la pace attraverso il processo politico”.
Tra poche ore, in Afghanistan, scoppierà un altro conflitto anche se, probabilmente, sarebbe corretto affermare che la guerra riprenderà.
Più di 10.000 civili afghani sono stati uccisi o feriti nel 2014, ritenuto l'anno peggiore da quando, nel 2009, le Nazioni Unite hanno iniziato a conteggiare il numero delle vittime del conflitto.
Nei primi tre mesi del 2015, le vittime civili sono aumentate dell'8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Concludono i talebani. “Proteggeremo i civili e salvaguarderemo le loro proprietà”.
Franco Iacch
(foto: Difesa Online, poliziotti afghani durante un attacco talebano)