In questo resoconto di cinque pagine, un collaudatore del programma JSF avrebbe dichiarato l'inadeguatezza dell'F-35A nel dogfight contro un F-16, caccia leggero progettato per la superiorità aerea, ma utilizzato come cacciabombardiere, così come avvenuto per l'F-15. Il caccia di quarta generazione entrato in servizio alla fine degli anni '70 avrebbe letteralmente massacrato nel combattimento ravvicinato il caccia di quinta generazione non ancora entrato in servizio.
Sarebbe opportuno ricordare che l'F-35 non è stato progettato per la superiorità aerea. Sarebbe corretto rilevare che sull’F-35, il progetto da 1500 miliardi di dollari, si continua a dire di tutto. L'F-35 è stato progettato per eccellere in contesti che enfatizzano il Beyond Visual Range (BVR), in ambienti ad alta intensità di informazioni connesse in rete. Se dovessero funzionare come promesso, le capacità del velivolo saranno veramente notevoli.
La storia insegna. Il successo degli aerei da combattimento, a volte trascende dal loro reale progetto. Progettisti e politici, infatti, raramente riescono ad ipotizzare le richieste operative della guerra che verrà o di cosa avrà bisogno nel 2040 un caccia in battaglia. Ecco perché, in tempo di pace, immaginare una piattaforma del futuro è compito assai ostico.
L’F-35 non è stato progettato sui fallimenti dei precedenti caccia (così come avvenuto per la produzione post guerra del Vietnam), ma per operare in un contesto che ancora non esiste. L’F-35 è stato progettato per la guerra del futuro, ma probabilmente sarà utilizzato in ruoli che i suoi progettisti nemmeno immaginano. Ad oggi è un aereo costruito in tempo di pace, ma progettato per i combattimenti del domani.
L'F-35 avrà un futuro, ma sarebbe opportuno capire il ruolo che avrà nei prossimi asset strategici. Il teatro operativo ideale dell’F-35, infatti, ancora non esiste e probabilmente passerà ancora qualche decennio prima che prenda forma, ma il caccia potrebbe essere determinante e rappresentare quel “Game Changer” tanto agognato.
La versione a decollo corto ed atterraggio verticale del Lightning-II potrebbe davvero essere un punto a favore nel panorama dei caccia supersonici. Il pensiero va alla guerra delle Falkland ed al ruolo avuto dagli Harrier.
Ma considerando tutti i problemi dell’F-35, sarebbe opportuno valutare anche i vantaggi che un asset del genere riceverà. Infatti, anche se Cina e Russia hanno aumentato la loro capacità di disporre di personale specializzato, è improbabile che corrisponderà a quella degli Stati Uniti di reclutare e addestrare i piloti. Grandi piloti possono far diventare cellule discrete in superbi aeromobili. Nessun paese al mondo, poi, può competere, storia militare insegna, con il genio logistico degli Stati Uniti.
Nonostante la complessità dell’F-35, il caccia potrà sempre contare su un apparato logistico eccelso. In qualsiasi parte del mondo sarà schierato, l’F-35 avrà sempre equipaggiamento, parti di ricambio, manutenzione ed equipaggi.
Un errore comune, infine, è quello di valutare l’F-35 (parliamo sempre di quello che volerà per gli USA) come una singola piattaforma. L’F-35 americano, invece, è stato progettato per chiudere il cerchio iniziato con il Raptor. Lo JSF, infatti, andrebbe visto in un ampio sistema formato da F-22, B-2 (e futuri bombardieri), le classi Zumwalt e numerose altre piattaforme da combattimento.
L'F-35 Lightning II europeo, invece, volerà con i Typhoon ed i Rafale, per i prossimi 50 anni. Il dado ormai è tratto. Troppi i soldi investiti dagli Stati Uniti per cancellare il programma e, probabilmente, questa è una lezione che si dovrà tenere a mente per i bombardieri di prossima generazione o con gli altri programmi già appaltati dalla Difesa USA.
Dopo questa opportuna premessa, analizziamo la notizia di ieri. Un F-16D Block 40 con serbatoi sub-alari, supera nel combattimento ravvicinato un F-35A in configurazione pulita. Problemi di potenza e di aerodinamica avrebbero sancito la sconfitta del supercaccia della Lockheed. Ma in pochi ricordano che l'F-35 è un caccia tattico, un cacciabombardiere multiruolo.
La sconfitta nel combattimento aereo avvenuto lo scorso gennaio, era per certi versi facilmente immaginabile per un semplice concetto progettuale: l''F-35 è pensato per colpire i nemici oltre il raggio visivo, all'interno di un sistema formato da svariate piattaforme. E protetto da caccia puri: F-22 per gli americani, EFA 2000 per gli europei.
Quindi, ricapitolando. Lo JSF è stato progettato per colpire il nemico oltre il raggio visivo e per una guerra del futuro che ancora non esiste. Ma ignorare il passato, non è buon punto d'inizio. Considerare il dogfight come un combattimento obsoleto come un'espressione di un periodo “barbaro”, sarebbe un grosso sbaglio.
L'esperienza del Vietnam, quando sull'F-4 Phantom si decise di non installare il cannone perché ritenuto superato ed ininfluente nei combattimenti del futuro, fece ricredere tutti. Il problema è che non si dovrebbe mettere in linea un caccia pensato esclusivamente per i contesti che verranno, altrimenti si rischia di riscrivere l'intera strategia per un caccia non in grado di soddisfare le attuali esigenze operative.
Ma cerchiamo di essere ancora più precisi, lasciando da parte le capacità offensive dell'F-35. Poniamoci una domanda: è ipotizzabile che almeno una volta, tra il 2016 ed il 2070, un F-35B dei Marine possa ritrovarsi in un combattimento ravvicinato, dopo aver già lanciato i suoi due missili interni che hanno colpito il nemico oltre il raggio visivo?
E' possibile immaginare che almeno una volta nel corso della sua vita operativa, l'F-35B si possa ritrovare in configurazione pulita quindi con sole due missili interni già lanciati (pensiamo anche al Close Air Support), ad ingaggiare il nemico in un combattimento ravvicinato o pensiamo davvero che il nemico del 2030 o 2040 o 2050 debba per forza combattere con quel livello di tecnologia?
Al di là dei proclami di una certa stampa sensazionalistica, la vera domanda da farci è questa. Se in 50 anni di servizio dovesse accadere anche solo un combattimento old style, cosa succederà all'F-35?
Ritorna quindi il problema concettuale: l'aver preteso una piattaforma in grado di soppiantare svariati caccia con ruoli specifici. Non capiterà mai (noi non lo crediamo), ma se in una remota regione del globo, in uno scenario di crisi, un F-35B dopo aver eliminato due caccia (perché i missili interni saranno due, ricordiamo sempre il supporto tattico) si dovesse ritrovare a combattere contro dei Mig-29 senza alcun supporto degli F-22 o degli EFA, cosa accadrebbe?
Forse, ragionando con il senno di poi, gli Stati Uniti avrebbero dovuto puntare sulla flotta Raptor e non limitarsi a quei 167 esemplari in virtù di un stabilità mondiale rivelatasi fin troppo caduca.
Franco Iacch
(foto: Lockheed Martin / US Air Force)