Gli Stati Uniti stanno indagando su un possibile attacco chimico portato dallo Stato islamico contro le forze curde nel nord del'Iraq. L'episodio sarebbe avvenuto mercoledì scorso contro le forze peshmerga: potrebbe essere stato utilizzato l'Iprite.
Secondo quanto riporta Fox News, che cita fonti dell'intelligence USA, le vittime presentavano delle “bolle” sul corpo, con dettagli e sintomi che dimostrerebbero l'utilizzo dell'aggressivo chimico. Gli Stati Uniti – si legge in un comunicato ufficiale della Casa Bianca – stanno valutando attentamente la situazione e sono alla ricerca di tutte le informazioni possibili che possano dimostrare quanto sia realmente avvenuto poche ore fa.
Anche i servizi segreti tedeschi confermano che 60 combattenti curdi, durante uno scontro a fuoco avvenuto mercoledì scorso, hanno presentato difficoltà respiratorie. Ciò proverebbe, secondo i tedeschi, l'utilizzo delle armi chimiche. Sia i curdi che tedeschi, però, non hanno potuto identificare con certezza il tipo di gas utilizzato. Per gli americani, invece, si tratterebbe di 'gas mostarda'.
Se l'utilizzo delle armi chimiche venisse confermato, sarebbe la svolta del conflitto contro l'Isis. Se davvero lo Stato islamico possiede e, peggio, ha utilizzato il gas in una schermaglia non rilevante, l'intera strategia della Coalizione andrà rivista. Ciò significa che se davvero un quantitativo X di gas facesse parte dell'arsenale del califfato, gli Stati Uniti non avrebbero altra scelta che guidare una forza di terra contro i terroristi in Siria ed Iraq.
Lo scorso luglio, in un altro rapporto della CIA, si paventava l'utilizzo delle armi chimiche da parte dell'Isis. Non sarebbe, però, ancora chiaro dove il gruppo potrebbe aver ottenuto tali armi.
La guerra contro lo Stato islamico potrebbe cambiare nelle prossime ore con scenari (specialmente in Siria) terribilmente pericolosi.