I russi starebbero per fortificare altre due basi in Siria. Secondo gli analisti della IHS Jane's, Mosca avrebbe individuato altri due siti nella Siria occidentale dove ammassare truppe ed equipaggiamento militare.
I russi hanno già fortificato la base di Latakia, sulla costa mediterranea della Siria ed il porto di Tartus. I due nuovi siti sono stati identificati nel complesso di stoccaggio di Istamo e presso la base militare di Al-Sanobar, a nord di Latakia. Il Pentagono non ha voluto commentare le indiscrezioni.
In sole 48 ore Mosca ha schierato presso il Bassel al-Assad International, aeroporto a sud di Latakia sulla costa mediterranea della Siria collegato al porto principale del paese (protetto da cinque navi da guerra), una forza di in grado di colpire i bersagli a terra. I russi dispongono di dodici bombardieri tattici a bassa quota Su-24 Fencer, dodici aerei da attacco al suolo e supporto ravvicinato Su-25 Frogfoot, quattro caccia Su-30SM e quindici elicotteri pesanti d’attacco.
In Siria sono atterrati anche i Kamov Ka-52 'Alligator' (controllando le piattaforme ordinate, potremmo azzardare anche le truppe di supporto ad esse collegate, ma ci riserviamo di chiarire questo aspetto in un altro approfondimento). La forza terrestre è composta da nove carri armati di terza generazione T-90, 35 BTR-82A e 500 soldati. Le due basi sono protette da diversi sistemi terra-aria. Il Bassel al-Assad International è utilizzato dal Cremlino anche per tutte le missioni da ricognizione ed attacco dei droni schierati in territorio siriano.
Nonostante i ripetuti contatti governativi di alto livello sulla questione siriana, gli USA non hanno ancora contezza delle reali intenzioni russe. Se Mosca dovesse potenziare ancora di più la presenza militare in Siria, entro le prossime ore potrebbe disporre di un perimetro difensivo avanzato (Tartus, Latakia, Istamo ed Al-Sanobar) da dove poter proiettare la loro potenza nella Regione. La base navale di Tartus è ultimo avamposto russo nel Medio Oriente dopo il crollo dell'Unione Sovietica.
Sempre più strana poi, l'assenza dell'Isis, movimento che con il suo ramo mediatico ha sempre fatto sentire la propria voce in riferimento alle dinamiche internazionali. Appare evidente che gli strateghi del Califfato hanno sottovalutato la determinazione di Putin.
La sensazione è che anche al-Baghdadi non abbia ben chiare le intenzioni dei russi e che si stia guardando bene, pena una feroce ritorsione, dall’ordinare un qualsiasi tipo di attacco. E' opportuno ricordare che il colpo di mortaio esploso domenica scorsa contro l’ambasciata russa di Damasco, non è stato rivendicato dall’Isis.
Fin dal 2011, le forze fedeli ad Assad combattono contro diversi gruppi di opposizione, alcuni dei quali estremisti radicali come il Fronte al-Nusra e lo Stato islamico. Dall'inizio della guerra in Siria, gli Stati Uniti hanno sostenuto l'opposizione siriana moderata, chiedendo le dimissioni di Assad. La Russia, invece, ha riconosciuto Assad come l'unica autorità legittima della Siria. Mosca non sta solo cercando di sostenere il governo siriano, ma anche di espandere il proprio ruolo all'interno della Siria in modo che possa influenzare la scelta di un nuovo governo nel caso in cui Assad venisse spodestato.
La prossima mossa russa? Prettamente psicologica prima di una vera e propria controffensiva aerea. Considerando che gli specnaz del ‘Vympel’ potrebbero già essere in azione da settimane, nelle prossime ore potrebbero verificarsi eliminazioni mirate volte a minare la stabilità emotiva ed organizzativa delle truppe nemiche.