La sicurezza globale passa per i metalli strategici

(di Denise Serangelo)
10/11/15

Le guerre, soprattutto in un contesto geopolitico come quello attuale, non si vincono e non si perdono sul campo di battaglia ma ben prima. La superiorità tecnologica di una parte rispetto ad un'altra può fare la differenza tra un Paese annientato e uno glorioso.

Può una componente metalli quasi sconosciuta scatenare una guerra e peggio ancora deciderne le sorti?
La risposta è sì.
La necessità di far fronte a minacce versatili e sofisticate ha reso necessario l'uso sempre più innovativo di materiali, soprattutto metalli, capaci di concedere quella superiorità tecnologica fondamentale.

I metalli strategici detti anche metalli tecnologici sono pressoché sconosciuti ai non addetti ai lavori, hanno nomi impronunciabili e raramente si sente parlare del loro utilizzo.
Nonostante l'anonimato in cui militano sono una delle risorse più influenti che attualmente ci sia in circolazione.

Ma perché dovremmo preoccuparci della mancanza di un materiale raro e semi sconosciuto?
La risposta è perché sono fondamentali per la produzione di tecnologie avanzate nel settore della Difesa.
Se la superiorità tecnologica farà pendere l'ago della bilancia dalla parte della vittoria o della sconfitta, la disponibilità dei metalli strategici è la chiave di volta di questa superiorità.

Per comprendere meglio questa delicata unione tra metallurgia ed interessi militari potremmo conoscere meglio il 75° elemento della tavola periodica: il Renio.
Questo metallo tecnologico rarissimo ha una produzione annuale che si aggira intorno a poche tonnellate stimate, dato che ci fa comprendere quanto sia raro e prezioso sul mercato.
Il Renio è un metallo relativamente recente, scoperto nel 1925 da una coppia di scienziati tedeschi che per rendere onore al noto fiume tedesco Reno, forgiano questo nome.
Il suo impiego è stato inizialmente limitato perché non si erano comprese le potenzialità, era difficile da estrarre e vista la poca produzione era anche particolarmente costoso.
Nel corso degli anni con l'avanzamento della lavorazione industriale dei metalli, il Renio è diventato maggiormente disponibile ma tenendosi sempre sotto una soglia marginale nella produzione mondiale.
Mentre cresceva la sua disponibilità sul mercato di pari passo cresceva il suo utilizzo in tecnologie sempre più sofisticate.

Nell'economia civile questo materiale è utilizzato nei motori a reazione come quelli del Boeing 777 e nella produzione della benzina senza piombo.
La punta di diamante tuttavia viene riservata alla componente militare che ne fa uso limitato nei piccoli razzi utili a riposizionare i satelliti in orbita e ne usa quantità ingenti per la produzione di velivoli militari altamente tecnologici.
I motori a reazione di questi velivoli contengono, sotto forma di leghe metalliche, fino al 6% di Renio, una quantità enorme se si considerata la scarsa disponibilità.
I bombardieri stealth e i notissimi F-35 ne fanno anche loro largo uso.

Questo metallo è molto apprezzato soprattutto per la sua resistenza al calore, anche sottoposto ad alte temperature mantiene intatte le sue proprietà conduttive e la sua forza.
Il suo utilizzo è rinomato nei motori dei jet supersonici oppure di motori a reazioni per uso militare.
Nel micro mondo della tecnologia il Renio trova una sua nicchia di popolarità nella saldatura ad attrito, detta anche saldatura a frizione.
Apparentemente scollegata dalla tecnologia militare questo tipo di saldatura trova applicazione in campo aerospaziale e nei mezzi antimina.

Questo tipo di saldatura ha come sua caratteristica principale il surriscaldamento per attrito del materiale da "saldare", il Renio è utile perché mantiene ottime capacità di esercitare la sua forza su un'altra superficie anche se sottoposto ad altissime temperature.
Questa saldatura ha permesso di alleggerire le giunture militari e di rendere più stabili agli sbalzi di temperatura, senza considerare che la "saldatura" rimane più nitida e precisa.

Ultimo dei campi in cui questo materiale strategico è utilizzato è quello dei superconduttori, una risorsa in fase di sviluppo nella tecnologia militare.

Il Renio è solo uno dei casi di cui possiamo parlare, i metalli strategici hanno un larghissimo uso e una scarsa produzione.
Sono ricavati dalla sottolavorazione di matalli comuni e sono quasi sempre reperibili solo in alcuni Paesi.

Proprio la scarsa reperibilità di questi metalli rischia di diventare casus belli ed è motivo di grande apprensione per hub strategici quali paesi dell'Est, America e paesi orientali.
Gli Stati Uniti allo stato attuale, onde evitare che deliberatamente o casualmente, non vi sia più rifornimento di metalli strategici dalle zone di produzione , ha creato diversi siti di stoccaggio per i "momenti difficili".
Il Pentagono ha stimato che nei prossimi decenni l'uso di tecnologie militari contenenti metalli tecnologici saranno raddoppiate e visti i venti di guerra non stentiamo a credere che se ne farà largo uso.

Così come gli Stati Uniti ritengono una componente essenziale questi materiali è importante sottolineare come anche altri paesi emergenti ne siano assetati.
Cina e Giappone, economie in crescita soprattutto nel settore industriale e tecnologico, stanno sperimentando nuovi superconduttori con applicazioni militari che per il momento sono poco più che fantascienza.

E' del tutto credibile che le applicazioni dei metalli strategici saranno sempre più sofisticate e faranno tremare l'ago geopolitico a favore dei Paesi con i maggiori depositi.

La stabilità e la sicurezza globale dipendono forse da un pungo di materiali poco più che sconosciuti?
Pensiamo di sì.

(foto: Lockheed Martin / US Air Force)