Le famiglie dei reparti speciali norvegesi impegnati in Iraq sono a rischio attentati per una possibile perdita di dati sensibili da parte della autorità irachene. La Norvegia, impegnata con un contingente FSK (reparti speciali) fin dal novembre del 2014 a Baghdad e con unità del battaglione Telemark ad Erbil, ha lanciato l’allarme dopo che il Dipartimento di Sicurezza della Difesa ha eseguito alcuni accertamenti sui protocolli standard per l’invio di truppe sul campo. Si è scoperto che vi è un alto rischio per la perdita di possibili dati sensibili.
Ma come è possibile – si chiedono dal quotidiano norvegese Aldrimer.no – che gli iracheni abbiano ottenuto i dati dei componenti dei reparti speciali, in teoria segreti?
La risposta è banale quanto ovvia. I soldati sono stati obbligati a compilare dei moduli per ottenere il visto dalle autorità irachene, con i loro nomi, data di nascita ed indirizzi. Adesso si teme per l’incolumità dei familiari dei soldati impegnati in Iraq, potenziali obiettivi dei terroristi.
Secondo il quotidiano, “i protocolli di sicurezza specifici per le truppe scelte inviate in battaglia e per le loro famiglie, sarebbero stati effettuati con superficialità a causa delle pressioni americane nel disporre di maggiori truppe in Iraq”.
Il ministero della Difesa norvegese ha già avviato un’indagine interna. Un’altra indagine parlamentare, “alla luce dei gravi problemi di sicurezza”, è stata avviata all’inizio del mese.
Gli operatori dei reparti speciali sono rischierati a Bnaslava, ad Erbil, nel nord dell’Iraq. Nel Kurdistan iracheno sono stati rischierati oltre ai tedeschi ed ai norvegesi, anche olandesi, italiani, inglesi, canadesi ed americani.
(foto: Tor Erik H. Mathiesen - Norwegian Armed Forces)