Quello che sta avvenendo in Siria, in risposta agli attentati di Parigi, è soltanto la prima fase della strategia francese di rappresaglia contro lo Stato islamico. La prima fase è già in atto. La seconda inizierà ufficialmente non appena la Charles De Gaulle sarà in posizione di lancio ottimale, mentre la terza prevede la presenza di un commando sul terreno per stabilizzare la situazione tattica.
La notizia è stata ripresa dal quotidiano Le Monde che cita i servizi segreti francesi. Secondo Le Monde “tutte le opzioni sono possibili, gli attentati di Parigi hanno cambiato ogni cosa”.
Nonostante il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius abbia affermato che una presenza militare in Siria fosse controproducente, dall’Eliseo propenderebbero per una presenza combattente limitata, ma altamente specializzata.
Sappiamo che fin dal 2013, i francesi hanno dato il via all’operazione Barkhane contro i militanti di al-Qaeda presenti nella Regione. Quello che sulla carta è ritenuto contingente, è in realtà una forza combattente di prima linea con un unico scopo: eliminare i jihadisti che imperversano dal Ciad orientale alla Mauritania. Quella schierata in Africa dai francesi (tra i nemici anche Boko Haram) non è una forza di peacekeeping, ma un vero e proprio esercito del tutto autosufficiente ed addestrato specificatamente nella guerriglia. Supportato da due compagnie della Legione Straniera, il contingente è formato da 6500 soldati (il numero iniziale è stato raddoppiato da Hollande lo scorso maggio).
L’opération Barkhane è condotta da dieci basi diverse disseminate nella Regione. La base principale dei francesi è quella di N'Djaména, nel Ciad, che ospita 800 soldati. Altri 600 soldati sono stati stanziati nella base di Niamey, in Nigeria, mentre nella base di Gao, nel Mali, sono rischierati altri mille soldati. Il comando delle forze speciali francesi è rischierato nella base di Ouagadougou, nel Burkina Faso. 500 gli elementi del Commandement des opérations spéciales schierati per operazioni hunter killer. I francesi hanno anche tre piccole basi avanzate a Tessalit, nel Mali, per la proiezione dei reparti speciali nelle operazioni man hunting, Fort de Madama in Nigeria e Faya-Largeau nel Ciad. Altre tre basi, infine, nel Senegal, Costa d’Avorio e Gabon gestite con i governi locali. La forza francese ha a disposizione 200 carri armati, sei droni, otto aerei da combattimento, una dozzina di aerei da trasporto e venti elicotteri d’assalto.
La Francia, quindi, potrebbe seguire l’esempio degli Stati Uniti che il 30 ottobre scorso, hanno inviato 50 berretti verdi in Turchia in missioni sulla Siria settentrionale. Considerando l’attuale dispiegamento delle truppe francesi, sia in alcuni paesi africani che in patria così come nella Francia d'oltremare, lo Stato Maggiore potrebbe come prima opzione disponibile, impiegare un piccolo gruppo della Legione Straniera.
(foto: Ministère de la Défense)