Tra il 2008 e il 2013, il Ministero della Difesa inglese ha registrato 316 "incidenti di sicurezza nucleare". Questa definizione generale include tutto: dalla contaminazione radioattiva al non aver seguito i protocolli di sicurezza standard. Tre quarti dei 262 incidenti registrati tra il 2008 ed il 2012 sono imputabili ad un errore umano. E’ quanto emerge dai documenti diramati dal governo inglese.
La capacità deterrente della Royal Navy si basa si quattro sottomarini classe Vanguard, armati con missili balistici Trident-II con testate Mirv/Marv. Sebbene relativamente moderni, i sottomarini a propulsione nucleare entrati in servizio nel 1990, necessitano di continui interventi di manutenzione. Il comando centrale dei Vanguard si trova in Scozia, nella base di Clyde nota come Faslane. Si tratta della più grande base missilistica della Gran Bretagna, costruita tra il 1957 ed il 1958. E’ ritenuta di importanza strategica per la NATO così come fondamentale è la “Her Majesty's Naval Base Clyde”, a 25 miglia da Glasgow, in Scozia. Proprio in quest’ultima si sarebbero verificati una serie di incidenti che però, precisano dal Ministero della Difesa inglese, non hanno mai causato danni a militari e civili.
Incidenti accertati, invece, nella struttura di Devonport, la più grande base navale in Europa occidentale. L’incidente più grave si è verificato a causa della perdita di alimentazione, per 90 minuti, al sistema di raffreddamento del reattore di un sottomarino nucleare. Se non fosse stato ripristinato il sistema di raffreddamento, si sarebbe potuto verificare un catastrofico incidente nucleare. Devonport si trova poco distante dalla città di Plymouth, dove vivono 250.000 persone. Se si fosse verificata la fusione del reattore, sarebbero stati tutti in pericolo di vita. Preoccupazioni confermate anche da un documento del 2011, precedentemente classificato e poi reso pubblico, sulla pericolosità dei reattori nucleari dei sottomarini basati a Devonport.
Il problema dei reattori ad acqua pressurizzata è noto. Qualora cedesse il circuito primario, si potrebbe verificare un immediato aumento della temperatura del reattore con possibile rilascio di radiazioni dal nocciolo. Nonostante lo scafo di un sottomarino sia progettato per contenere la maggior parte del materiale radioattivo all'interno, qualche perdita è ritenuta probabile. Se poi un sottomarino nucleare dovesse esplodere a Devonport, contaminerebbe nell’immediato un’area di due chilometri, raggiungendo Plymouth.
Si tratterebbe di una prospettiva terrificante. Un episodio simile alla tragedia del K-19, nel 1961. In quel tragico evento, il sottomarino russo dovette evitare una potenziale fusione catastrofica, a seguito di un'avaria alle pompe di raffreddamento, mentre era si trovava in navigazione. Il problema è che proprio a Devonport gli inglesi hanno ancora otto sottomarini dismessi per un totale di 25 tonnellate di barre di combustibile nucleare. Ed il numero dei sottomarini nucleari dismessi continua ad aumentare, considerando che altri quattro battelli giungeranno a Devonport entro i prossimi sette anni.
La classe Vanguard sarà sostituita nel 2030/2035 dalla serie X ed il governo inglese nei prossimi mesi dovrà stanziare altri fondi per garantire l’asset basato sui Trident, pena la fine della loro capacità deterrente sub-lanciata. Un passaggio, quest’ultimo, ritenuto altamente improbabile. Gli inglesi dovrebbero stanziare a breve nuovi fondi per il totale supporto dei missili di sesta generazione. Nello specifico, oltre alla manutenzione, riparazione, ricertificazione dei missili e controllo rilascio testate, ai Trident sarà implementato l’intero pacchetto dati (software, algoritmi, sensori, giroscopi ed accelerometri) del sistema di guida MK6 LE che andrà a sostituire il precedente risalente agli anni ‘80. Gli USA hanno già siglato tale contratto per un valore di 300 milioni di dollari. I Trident II / D5 armeranno anche la futura classe X.
(foto: Royal Navy)