“La Marina Militare russa sta compiendo enormi sforzi per minare la supremazia della US NAVY”. A 24 anni di distanza dall’ultimo dossier effettuato dall’intelligence della Marina degli Stati Uniti, un nuovo documento è stato redatto e reso pubblico.
“Emerge il chiaro intendimento della leadership russa di proseguire in un rapido e sempre più aggressivo riarmo”.
Il dossier consta di 68 pagine, molte delle quali illustrate. E’ stato scritto dal massimo esperto dell’intelligence navale degli Stati Uniti, George Fedoroff. E’ ritenuto uno dei pochi analisti al mondo ad aver continuato a studiare l’involuzione della marina sovietica e l’evoluzione di quella russa. A differenza di quanto hanno investito tempo e risorse nell’analizzare le presunte o reali capacità dell’Iran e della Corea del Nord, Fedoroff non ha mai perso di vista l’asset navale del Cremlino. Perseveranza ritornata utile al Pentagono 24 anni dopo.
"La Russia, nel corso del prossimo decennio, farà grandi passi in avanti per schierare una Marina in grado di difendere il Paese con un’impressionante potenza, limitata soltanto dalla sterminata estensione dei suoi confini. Anche le aree di interesse globale, restano distanti dai principali presidi russi. Nonostante ciò, la flotta russa del 21° secolo sarà una delle più moderne del pianeta e gestita da una nuova generazione di militari di professione”.
L'Office of Naval Intelligence smise di pubblicare la propria relazione annuale nel 1991, a seguito del crollo dell’Unione Sovietica. Da quel momento, gli USA si convinsero che Mosca non avrebbe mai potuto riportare in auge l’intero asset navale. Un concetto per certi versi coerente con il disastro economico che sancì la fine della Guerra Fredda, ma che fu stravolto dall’arrivo di Putin che avviò la ricostruzione dell’intera flotta. L’invasione lampo della penisola di Crimea, nei primi mesi del 2014, ha probabilmente sancito il ritorno della Marina Militare russa. Quell’episodio spinse il Pentagono ad investire analisti e risorse nella stesura del report sulle nuove capacità del Cremlino.
"A partire dal 2000, complice un governo stabile, l’economia del Paese si è stabilizzata. C’è stato uno sforzo mirato e finanziato per rivitalizzare la Marina russa. Molti dei programmi sospesi per mancanza di fondi sono stati ripresi. Altri di nuova concezione sono stati finanziati ed alcuni di essi hanno già messo in mare piattaforme sottomarine e di superficie".
“Nel 2000 i russi disponevano di una manciata di navi in grado di combattere. Il Cremlino, oggi, ha in mare 186 piattaforme (tra navi da guerra e sottomarini) che operano dall’Oceano Atlantico al Pacifico, dal Mar Nero al Baltico, dal Caspico al Mediterraneo fino all’Artico”.
Paragonando l’ultima relazione con quella pubblicata negli anni ’90, il Pentagono si ritrova con una Marina totalmente diversa da quella in rovina descritta dopo la Caduta dell’Unione Sovietica.
“La Marina russa è la terza forza più potente al mondo dopo la Cina, al secondo posto, ed agli Stati Uniti, ancora in grado di schierare 280 piattaforme da guerra ed oltre 100 navi appoggio”.
Capitolo a parte nel dossier dei servizi segreti della Marina è la raggiunta capacità missilistica dei russi, dimostrata con il doppio lancio dei sistemi Kalibr dal Mar Caspio e dal Mediterraneo in Siria.
“Soltanto gli Stati Uniti, prima di quei lanci, avevano dimostrato la capacità cruise dal mare”.
I missili da crociera rappresentano una fondamentale capacità di un paese di adottare determinate strategie in particolari contesti.
“Il Kalibr fornisce una significativa capacità offensiva anche a piattaforme di modeste dimensioni come le corvette e la capacità di attaccare bersagli terrestri fissi con testate convenzionali. La proliferazione di questa capacità all'interno del nuovo sistema russo sta modificando profondamente la strategia di scoraggiare, minacciare o distruggere il nemico".
Ironia della sorte. L’ultima relazione dell’Intelligence della US NAVY si concludeva con un piccolo passaggio: “L’Unione Sovietica sta sviluppando nuove e potenti munizioni intelligenti chiamate Kalibr. Se entrasse in servizio, quel sistema conferirebbe enormi capacità strategiche al Cremlino, ad oggi raggiunte soltanto dalla nostra Marina”. Il 18 novembre scorso il sottomarino "Rostov-on-Don" (foto), ha lanciato l'intera salva di missili da crociera “Kalibr 3M54” imbarcata contro obiettivi nemici nei pressi della città siriana di Raqqa. Il “Rostov-on-don” è di fatto entrato nella storia della Marina russa per essere stato il primo sottomarino ad aver lanciato missili da crociera contro obiettivi nemici reali.
(foto: MoD Fed. russa)