Il mercato delle armi non conosce crisi con Stati Uniti che confermano il loro strapotere nella vendita estera di sistemi militari con contratti siglati nel 2014 per un valore di 36,2 miliardi di dollari. Tali dati confermano un aumento rispetto all’anno precedente, quando gli USA incassarono dalle commissioni estere 26,7 miliardi di dollari. I nuovi contratti firmati con Qatar, Arabia Saudita e Corea del Sud, decretano gli USA come il più grande fornitore di armi al mondo.
E’ quanto emerge dalla relazione annuale del Congressional Research Service, una divisione della Library of Congress, consegnata al Congresso degli Stati Uniti. Il rapporto è ritenuto il più dettagliato tra quelli disponibili per il pubblico. I dati tengono conto anche dell’inflazione degli anni precedenti.
Da rilevare, infine, che il documento analizza i contratti siglati con i paesi ritenuti in via di sviluppo. Le consegne di armi convenzionali alle nazioni in via di sviluppo, dal 2011 al 2013, rappresentano il 62% di tutte le forniture militari internazionali. Nel 2014, le consegne di armi verso paesi in via di sviluppo hanno costituito il 44% del valore di tutte le forniture di armi nel mondo. Gli Stati Uniti hanno siglato contratti con i pasi in via di sviluppo per un valore di 29,8 miliardi di dollari sui 36,2 miliardi di dollari derivanti dalle vendite internazionali.
Dopo gli Stati Uniti, che controllano il 50 per cento del mercato, c’è la Russia con forniture militari pari a 10,2 miliardi di dollari nel 2014 nei paesi in via di sviluppo. Si nota una piccola flessione rispetto al 2013, quando Mosca incassò dal medesimo mercato 10,3 miliardi di dollari.
La Svezia ha venduto armi per 5,5 miliardi di dollari seguita dalla Francia con 4,4 miliardi di dollari e la Cina con 2,2 miliardi di dollari. L’Italia, nel 2014, ha siglato contratti per la fornitura di armi ai paesi in via di sviluppo per un valore di 800 milioni di dollari. Le vendite internazionali italiane nel 2014 ammontano complessivamente ad 1,3 miliardi di dollari. I quattro più grandi produttori europei di armi, Francia, Gran Bretagna, Germania ed Italia, nel 2014 hanno visto una preoccupante flessione nelle forniture di armi all’estero.
“Il gruppo europeo registra una significativa diminuzione della quota collettiva di tutti gli accordi siglati con i paesi in via di sviluppo tra il 2013 e il 2014. La quota del gruppo è scesa dal 25,4 % nel 2013 al 9,5% nel 2014. Il valore collettivo di tutti gli accordi con le nazioni in via di sviluppo nel 2014 è stato di 5,9 miliardi di dollari rispetto ai 13,8 miliardi di dollari del 2013. I principali fornitori dell'Europa occidentale, hanno migliorato singolarmente la rispettiva posizione competitiva nelle esportazioni di armi attraverso il forte supporto di marketing dei governi per le vendite di armi all'estero. La continua richiesta di armi americane nel mercato globale di armi ha creato un ambiente difficile per i singoli fornitori dell'Europa occidentale. Tuttavia, i dati indicano che Francia, Gran Bretagna, Germania ed Italia continuano a siglare significativi contratti con i paesi in via di sviluppo”.
La Gran Bretagna ha venduto armi ai paesi in via di sviluppo per un valore complessivo di 200 milioni di dollari. La Germani nel 2014 ha siglato contratti per 900 milioni di dollari, 600 dei quali con i paesi in via di sviluppo. 1,2 miliardi di dollari, invece, le forniture commissionate agli spagnoli dai paesi in via di sviluppo. Complessivamente, per i contratti siglati nel 2014, l’Italia si colloca al sesto posto al mondo nella vendita internazionale di armi.
La Corea del Sud, alleato chiave degli Stati Uniti, è stato il miglior acquirente (tra i paesi in via di sviluppo) di armi al mondo nel 2014, con contratti firmati per un valore di 7,8 miliardi di dollari (oltre sette miliardi sono stati investiti nelle industrie della Difesa USA). L’Iraq, secondo maggiore acquirente al mondo tra i paesi in via di sviluppo, ha comprato armi per 7,3 miliardi di dollari (spesa destinata alla ricostruzione dell’esercito del nuovo governo). Segue il Brasile per acquisizioni pari a 6,5 miliardi di dollari spesi nel 2014.Tra i paesi in via di sviluppo anche l’Arabia Saudita (4,1 miliardi di dollari), il Qatar (2,7), l’Algeria (2,6) e l’Egitto (2,3).
“Le vendite totali a livello mondiale sono leggermente aumentate passando da 71,8 miliardi di dollari nel 2014 rispetto ai 70,1 miliardi di dollari registrati nel 2013. Il mercato internazionale delle armi non è da considerarsi in crescita a causa dell’indebolimento dell'economia globale, ma si è stabilizzato dopo diversi anni di estrema fluttuazione. La mancanza di espansione del mercato ha portato ad una maggiore concorrenza tra i fornitori. Un certo numero di nazioni si stanno concentrando non solo sui clienti con cui hanno intrapreso rapporti storici grazie anche alle relazioni militari consolidate, ma anche su potenziali nuovi paesi. Nonostante la concorrenza, gli Stati Uniti restano il principale fornitore di armi del pianeta. Una posizione, difficilmente attaccabile almeno per i prossimi cinque anni”.
(foto: Difesa Online)