Il sistema “Emad” è entrato in servizio ed è già stato schierato con i reparti operativi. E’ quanto ha dichiarato il generale del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica Hossein Salami.
L’ultimo test risale all’11 ottobre, quando l'Iran lanciò con successo un nuovo missile balistico chiamato “Emad”. Ritenuto una variante dello Shahab-3 (basato sul Nodong nord-coreano), presenta un nuovo sistema di guida e controllo avanzato il che lo renderebbe come il primo missile balistico di precisione a raggio intermedio dell’Iran.
Proprio sul nuovo missile, il commento del ministero della Difesa è stato chiaro: "Per rafforzare la nostra difesa, non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno ed il nuovo ‘Emad’ è chiaro esempio dei nostri programmi in via di sviluppo”.
I funzionari iraniani hanno sempre sottolineato che “la difesa del paese non può essere influenzata dall'accordo sul nucleare siglato con le potenze mondiali il 14 luglio scorso con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Gli iraniani hanno recentemente affermato di “essere in grado di costruire missili con una gittata di 2000 km con un margine di errore pari a zero”.
Sul sistema Emad si sa ben poco. Dovrebbe trattarsi di un missile balistico a combustibile liquido di medio raggio con una gittata di 1700 chilometri. Il dato più significativo, se fosse realmente così, riguarda il nuovo sistema di rientro dotato, secondo gli iraniani, di controlli avanzati il che garantirebbero maggiore precisione. Il suo propellente liquido, però, impone un rifornimento prima del lancio: un processo lungo, pericoloso e che lascia vulnerabili ai nemici. La sua guida satellitare GPS, invece, si basa sulla rete americana. Quest’ultima, in caso di attacco, potrebbe essere oscurata dal Pentagono. Verosimilmente, quindi, l’Iran potrebbe basarsi sul GLONASS russo.
La testata convenzionale, infine, rimane considerevole, anche se un’arma del genere ha davvero poco senso se non equipaggiata con una testata nucleare.
(foto: IRNA)