Non è mai facile provare a stilare una classifica dei sistemi d’arma più innovativi presentati nell’anno ormai concluso. Peggio, provare a decretarne la migliore, intesa come quella che più ha stupito per concezione, potenza, capacità ed innovazione. E perché no, anche per “cattiveria”, intesa come la possibilità di colpire con devastante potenza i sopravvissuti ad un olocausto nucleare.
Ufficialmente non è ancora in servizio, anzi probabilmente è ancora un progetto su carta, ma se divenisse realtà, sarebbe un incubo per la NATO e gli USA. Senza dubbio, “l’arma del 2015” è il primo missile balistico sottomarino del mondo: lo Status-6 russo.
Stiamo parlando di un “mostro”. Nello specifico si tratta di un siluro radioattivo a propulsione nucleare in grado di contaminare i target economici delle coste nemiche come le aree di pesca. Secondo la descrizione ufficiale di Mosca, il sistema “Ocean Multipurpose System: Status-6”, è stato progettato per “provocare danni inaccettabili, contaminando vaste zone costiere nemiche rendendole completamente senza vita per lunghi periodi di tempo”. Il prototipo dovrebbe essere pronto entro il 2019 con prove in mare previste per l’anno successivo.
“Il sistema d’arma del 2015” dovrebbe avere un’autonomia di 10.000 chilometri, una capacità di immersione di mille metri ed una velocità di 100 nodi. Due i sottomarini opportunamente modificati per lanciare lo Status-6: il "Belgorod" ed il "Khabarovsk", evoluzioni della classe Oscar II. E’ chiaramente un ICBM sottomarino con una testata al cobalto, un'arma nucleare strategica.
Lo Status-6 è stato progettato per essere un sistema missilistico automatico di rappresaglia. Anzi, è stato progettato esclusivamente per tale scopo. Qualora gli USA dovessero spazzare via la leadership russa con un attacco preventivo, gli Status-6 verrebbero lanciati dalle profondità del mare.
E’ chiaramente un ragionamento da guerra atomica, con fazioni che ormai non hanno nulla da perdere. Appare evidente che se anche gli USA attaccassero preventivamente, sarebbero comunque colpiti, nella migliori delle ipotesi, da almeno cento testate nucleari russe. Lo Status-6 sarebbe solo un pensiero in più, ma non di certo il peggiore.
Ma lo Status-6 non è soltanto una delle tante armi dell’inventario strategico russo, ma è quella definitiva per la sua capacità di creare “zone morte radioattive” a lungo termine. La sua testata al cobalto sarebbe devastante per le risorse naturali come la pesca ed i giacimenti di petrolio offshore. Lo Status-6 è stato progettato per affamare dal mare i sopravvissuti ad un olocausto nucleare. Nonostante ciò, i dubbi sull’Ocean Multipurpose System rimangono.
Ci si chiede, ad esempio, come possa navigare in sicurezza a mille metri di profondità ed a quella velocità. Sappiamo che i russi hanno compiuto enormi progressi nella super-cavitazione, ma quella tecnologia è stata poi impiegata sui sistemi Shkval. Ma i siluri Shkval sono comunque armi tattiche progettate per affondare le navi. Lo Status-6 è invece un'arma nucleare strategica. Contro di essa, non esisterebbe difesa.