US Navy: primo "sciame da guerra" testato entro l'estate, ma le "locuste" sono segretamente già in volo

(di Franco Iacch)
11/01/16

La “swarm warfare” è una nuova tattica asimmetrica elaborata dalla US Navy. Nello specifico si basa sulla capacità di attaccare un vettore X con decine di droni a basso costo. La prima elaborazione della nuova dottrina di riferimento risale al 2012 in un documento dal titolo "UAV Swarm Attack" redatto dalla Naval Postgraduate School.

Lo scenario immaginato è il seguente: cosa accadrebbe se uno sciame di droni a basso costo attaccasse una nave da guerra moderna?

“Un cacciatorpediniere della Marina USA è attaccata da cinque a dieci droni simultaneamente: provengono da tutte le direzioni. La visibilità è buona. I droni sono controllati segretamente da una postazione in remoto collocata in un peschereccio nelle vicinanze. Alcuni droni sono guidati a vista, altri sono dotati di radar. Il sistema di difesa aerea Aegis è uno dei migliori al mondo, con una suite integrata di sensori ed armi. E’ ritenuto in grado di azzerare con i suoi missili ed i suoi cannoni da 20 millimetri, ogni tipo di minaccia. Ma non quella formata da uno sciame di droni. Il motivo? All’epoca un tale asset era ritenuto fantascienza”.

Aegis non è stato progettato per affrontare tale minaccia. I piccoli droni hanno una firma radar minuscola. Una volta identificati poi, non possono essere ingaggiati dai missili o dai cannoni perché troppo vicini.

“Il risultato è che il sistema Aegis non può influenzare a suo vantaggio un attacco portato da uno sciame di droni”.

E’ stato stimato che tra l’individuazione e l’impatto dei droni, anche la più potente nave della Marina USA avrebbe un tempo di reazione di 15 secondi.

“I difensori a bordo dovrebbero sceglier un bersaglio diverso dagli altri: soltanto in questo modo potrebbero sperare di limitare i danni”. Esatto, soltanto limitare.

“Su centinaia di simulazioni effettuate, in un attacco portato da otto droni, vi è una media di 2,8 UAV che riescono sempre a colpire il bersaglio. Ciò significa che più ha senso attaccare una nave con un gran numero di droni a basso costo che con un missile”.

Il programma Low-Cost UAV Swarming Technology – LOCUSTA, si pone l’obiettivo di creare uno sciame da guerra formato da trenta droni del tutto automatizzati allo stesso costo di un singolo missile, circa 1,2 milione di dollari, entro la prossima estate. Considerando l’evoluzione degli sciami, sono già in atto dei programmi paralleli come l’Aerial Combat Swarms, che prevede l’impiego di sciami per autodifesa contro altri droni nemici.

“Le battaglie del futuro saranno combattute da piccoli droni, meno costosi di quelli che stiamo sviluppando per Locusta. Le tattiche che scopriremo plasmeranno il futuro della guerra”.

(foto/video: US Navy)