La vicenda dei marinai sconfinati nelle acque territoriali iraniane è ancora avvolta dal mistero più fitto. I militari e i tecnici stanno analizzando i dati delle due imbarcazioni per riuscire a capire l’origine del “guasto tecnico”. Gli americani stanno indirizzando la comunicazione sul guasto tecnico, su un errore umano in sede di pianificazione della missione, oppure sulla combinazione di entrambi.
Come dicono fonti accreditate USA, si tratterebbe di un appuntamento al rifornimento “andato storto”.
Difatti, per andare dal Bahrain al Kuwait, le imbarcazioni necessitano di un rifornimento e il punto d'incontro per il rifornimento era a circa tre miglia a ovest del limite delle 12 miglia (limite dell’inizio delle acque territoriali iraniane), vicino a Farsi Island. Per raggiungere l'appuntamento, le due imbarcazioni hanno dovuto deviare la rotta, e sono finiti in acque iraniane. Molti affermano "senza rendersene conto".
"Nessuno riesce a capire cosa non abbia funzionato”. Di solito, quando si esce fuori rotta si riceve una notifica dal Centro di Comando e Controllo, che è sulle navi maggiori.
Una teoria avanzata è che gli equipaggi avessero preso una scorciatoia per raggiungere il punto d'incontro del rifornimento, all’interno delle acque territoriali iraniane e a causa di un guasto tecnico abbiano dovuto rallentare la corsa e quindi raggiunti, facilmente, dagli iraniani.
Aspetto di forte imbarazzo è, invece, il materiale “crypto” delle imbarcazioni.
Non è dato sapere, per motivi di segretezza, se sia stata compromessa o meno la rete classificata americana. Sarebbe un danno grave per le comunicazioni classificate americane in tutto il mondo. Svelate le chiavi di cifratura e i sistemi cifranti in uso, il gioco è fatto. Gli americani dovranno correre subito al riparo, “cioè già da ieri”! E aver perso le chiavi delle comunicazioni classificate per errori-guasti, apparentemente veniali è molto grave per una superpotenza militare.
Il punto è che si vuole indirizzare tutto sulla combinazione di errori, umano e tecnico. Il Centro di Comando e Controllo, probabilmente sapeva dello sconfinamento e ha trascurato l’emergenza poiché le imbarcazioni CB90, grazie alla loro elevata velocità, difficilmente potevano essere raggiunte dagli iraniani.
Sul fatto che “entrambi” le imbarcazioni avessero avuto il guasto tecnico, avrei dei dubbi, statisticamente è davvero difficile raggiungere, nel campo delle probabilità, questa combinazione.
Potrebbe essere, invece, una errata pianificazione della missione. La quantità di carburante imbarcata, rispetto alla velocità di crociera tenuta in missione. Questo potrebbe giustificare la repentina variazione della rotta - la citata scorciatoia - purtroppo però la sfortuna si è accanita ed è terminato il carburante nel tratto di mare sbagliato.
(foto: US DoD / web)