Il Giappone ha posto l’esercito in stato di allerta per un possibile lancio di missili balistici dalla Corea del Nord. Il Ministro della Difesa giapponese, Gen Nakatani, ha ordinato alle quattro cacciatorpediniere classe Kongo e alle rispettive flottiglie che operano nel Mar del Giappone ed equipaggiate con il sistema di combattimento integrato Aegis, di schierarsi a protezione del territorio nazionale contro possibili missili balistici nordcoreani.
I vettori della classe Kongo sono dotati di lanciamissili tattici MK 41. Ogni cacciatorpediniere giapponese è equipaggiata con 90 missili intercettori. I sistemi Aegis sono in grado di tracciare bersagli multipli e sono armati con missili SM-3 progettati per distruggere le testate nello spazio prima che possano rientrare nell'atmosfera terrestre e colpire gli obiettivi militari.
Le strutture principali del Giappone, così come la capitale Tokyo, sono difese da una linea di fuoco Patriot PAC-3. L'intercettore MIM-104F è considerato lo stato dell’arte nella difesa contro i missili balistici. Più che un attacco diretto, il Giappone teme che i detriti di un test missilistico possano precipitare sul suo territorio.
I satelliti spia americani avrebbero rilevato un aumentato delle attività nella Sohae Satellite Launching Station, a Tongchang-ri, nel nord-ovest della Corea del Nord. Le immagini satellitari mostrano un aumento delle dimensioni dei lanciamissili, portati a 67 metri di altezza. Stima ritenuta plausibile per il lancio di un razzo ben più grande dello Unha-3, che ha sorvolato la Corea del Sud ed Giappone prima di precipitarenel Mar Giallo (i detriti del secondo stadio raggiunsero il Mare delle Filippine).
Secondo il Pentagono, i lavori fin ad oggi realizzati, consentono al Nord di preparare un lancio missilistico in poche ore.