Tra poche ore l’India conferirà un appalto miliardario per la costruzione di una nuova portaerei. L’investimento (dai 12 ai 15 miliardi di dollari) ha attratto tutti i principali costruttori del pianeta che hanno fatto a gara per accaparrarsi le simpatie indiane.
Nelle ultime ore sarebbero salite, a discapito di francesi ed americani, le quotazioni del progetto russo Shtorm delle Krylov State Research Center e Nevskoye Planning and Design Bureau.
Il Progetto 23000E Shtorm, vettore da centomila tonnellate a propulsione nucleare, è stato rivelato al pubblico nel giugno del 2012. Lunga 330 metri e larga 40 con un pescaggio di 11 metri, la Shtorm è stata progettata per navigare ad una velocità massima di 30 nodi (oltre 55 km/h).
Secondo le Krylov State Research Center e Nevskoye Planning and Design Bureau, il vettore potrà trasportare scorte per l’equipaggio composto da 5000 marinai, per una massimo di 120 giorni. La classe Shtorm, infine, potrà imbarcare fino a 100 aerei. Il vettore sarà dotato sia di ski-jump che di catapulte elettromagnetiche. Secondo i media russi, l'offerta russa è ritenuta molto più vantaggiosa poiché Mosca sarebbe disposta a condividere in toto la tecnologia maturata nel settore, rispetto a quella parziale avanzata da francesi ed americani.
Sarebbe opportuno rilevare che la marina indiana è il principale operatore esterno del MiG-29K detto anche Sea Fulcrum (foto). Gli Indiani stanno già realizzando due portaerei dotate di catapulte elettromagnetiche. La Vikrant, variante “stobar” da 40 mila tonnellate, entrerà in servizio nel 2017. La Vishal, variante catobar (decollo assistito da catapulta ma recupero arrestato) da 65 mila tonnellate, entrerà in servizio nel 2022.
I russi, quindi, avrebbero bruciato proprio nel rush finale gli americani. Questi ultimi si erano detti pronti a condividere (parzialmente) con l’India i segreti delle portaerei. In realtà, Washington e Nuova Delhi hanno lavorato allo sviluppo congiunto di una portaerei per quella che era stata definita dal Capo delle Operazioni Navali degli Stati Uniti, John Richardson, “una solida e futura collaborazione”.
Per accaparrarsi le simpatie indiane, il Pentagono, consapevole dei cospicui fondi a disposizione degli indiani, aveva messo sul tavolo delle trattative la tecnologia EMAILS o Electromagnetic Aircraft Launch System, fino a poco tempo fa gelosamente custodita dagli USA.
Fin dal 2000, l’India è alla ricerca di un nuovo vettore. Le opzioni erano limitate. All’epoca gli unici cantieri disponibili (Stati Uniti, Francia ed Italia) erano ritenuti troppo costosi per l’India, motivo per cui, nel 2004, ripiegarono sulla portaerei russa Admiral Gorshkov, costruita in epoca sovietica. Per l’aggiornamento, in base agli accordi con Mosca, l’India avrebbe pagato 974 milioni di dollari. Un anno prima della consegna (2007), gli indiani capirono che non avrebbero ricevuto la portaerei nei tempi stabiliti e che avrebbero dovuto sborsare altri 2,9 miliardi di dollari per completare l’aggiornamento del vettore classe Kirov. Le sole prove in mare costarono 550 milioni di dollari. Battezzata “Vikramaditya” (foto apertura), è entrata in servizio nel gennaio del 2014.
Se i russi dovessero siglare l’accordo, gli Usa perderebbero anche la possibilità di fornire la componente imbarcata. Il Pentagono, infatti, sperava di vendere tra i 60 ed i 100 F-35 all’India. Adesso è tutto in discussione.
(foto: Indian Navy)