Il destino di tre icone americane, l’F-16 Fighting Falcon (foto apertura), il Boeing F/A-18 Hornet e l’F-15 Eagle è nelle mani di India ed Israele. Nati alla fine degli anni ’70 come integratori a basso costo del caccia da superiorità aerea F-15 e della piattaforma missilistica F-14 Tomcat, F-16 e F-18 si sono evoluti negli anni, divenendo delle piattaforme estremamente capaci. Basti pensare che l’F/A-18E/F Super Hornet è una cellula praticamente diversa rispetto al progetto originale. L’F-16, invece, si è evoluto da dogfighter puro a basso costo in caccia multiruolo.
Nonostante siano amati dai piloti, restano comunque dei progetti che risalgono a quasi 50 anni fa: basti pensare che il primo volo dell’F-16 è datato due febbraio 1972 e l’F-35 ha già iniziato a soppiantare sul mercato internazionale le due piattaforme.
La US Navy conta di acquistare altri sedici Super Hornet, con fondi equamente divisi nell’anno fiscale 2017/2018. Dal 2019, la Marina stornerà i fondi esclusivamente per la nuova flotta F-35C. L’Air Force, invece, ha già da anni intrapreso tale linea. Tradotto significa che entrambi i velivoli dovranno necessariamente trovare degli acquirenti internazionali per mantenere aperte le rispettive linee di produzione.
Si spera nel Medio Oriente, ma ad oggi le trattative sono ad un punto morto causa veto israeliano. Congelata la fornitura di trenta F-16E / F Block 61 così come l’aggiornamento della flotta Block-60 degli Emirati Arabi Uniti. Espressa “preoccupazione” per i 40 Super Hornet (foto a dx) richiesti dal Kuwait. Lockheed spera nel Pakistan, che ha già autorizzato l’acquisto di altri otto F-16, anche se il Paese sembra essere pronto per siglare con i russi un contratto per una nuova linea Su-35. Si guarda con interesse in Colombia, Bahrain ed Indonesia, ma appare evidente che anche se si materializzassero alcuni piccoli ordini, questi non sarebbero in grado di mantenere aperte le linee di produzione. Da qui la necessità di trovare un grosso acquirente: l’India. In ballo c’è un ordine miliardario per la fornitura di 126 nuove piattaforme. Nuova Delhi, infatti, deve necessariamente sostituire in primis i MiG-21 ancora operativi tra le fila dell’aeronautica. L’India, però, pone un pre-requisito: la produzione in house dei sistemi. Problema del tutto irrilevante per Boeing e Lockheed che hanno espresso parere positivo in tal senso, anche se un accordo del genere deve ricevere il benestare di Washington.
L’IAF si basa su 33 squadriglie. Cinque sono equipaggiate con MiG-21 e cinque con i MiG-27. Sei squadriglie equipaggiate con i Jaguar. Questi ultimi sono però messi a terra in attesa di nuovi motori, avionica ed aggiornamenti. Sono undici le squadriglie equipaggiate con i caccia da superiorità aerea Su-30MKI costruiti su licenza (con il ritiro graduale dei MiG-21/27 saliranno a quindici). Tre squadriglie, infine, di Mirage 2000H e tre di MiG-29, attualmente in fase di retrofit.
Sempre più incerto il destino dell’ F-15 Eagle (foto a sx e sotto). Anche in questo caso, la fine della linea di produzione di uno dei caccia Usa più amati di sempre è nelle mani di Israele. Il problema nasce in all’opposizione ufficiale di Israele contro la possibile fornitura di caccia F-15 Silent Eagle al Qatar. Washington ha soltanto due alternative: agire contro il suo alleato più fidato nella Regione e vendere i caccia al Qatar o aumentare le forniture miliardarie ad Israele, consentendo a quest’ultima di acquistare ulteriori F-15I. Se, infine, non dovesse giungere alcun ordine negli stabilimenti della Boeing, nel Missouri, la linea F-15 chiuderà per sempre.
L’aviazione israeliana sarebbe fortemente interessata a due nuovi squadroni di F-15I equipaggiati con radar AESA. Costo complessivo dell’operazione stimato in dieci miliardi di dollari. La capacità di firmare nuovi accordi con la Boeing, però, dipende dalla portata finale del nuovo pacchetto di aiuti degli Stati Uniti che sarà formalizzato nelle prossime settimane. È comunque soltanto una questione di soldi. Se gli Usa dovessero elargire forniture militari per 40 miliardi di dollari (2018/2028), Israele garantirà l’investimento soltanto per gli F-35. Se, invece, Israele dovesse ottenere forniture per un valore di 50 miliardi di dollari, allora sarà in grado di acquistare altri due squadroni di F-15I e salvare l’Eagle. Se entro luglio la Boeing non dovesse ricevere ordini sarà costretta a chiudere, dopo 40 anni, la linea Eagle.
Secondo Israele, il Qatar sosterrebbe le organizzazioni islamiche sunnite estreme ed aiuterebbe direttamente Hamas.
(foto: Boeing / U.S. DoD)