Le Forze Aerospaziali russe hanno perso il loro primo elicottero d’attacco in Siria. Si tratta di un Mil Mi-28N, di stanza a Budyonnovsk nella Russia meridionale. Morti i due membri dell'equipaggio. E’ quanto comunica il Ministero della Difesa russo.
Il Mi-28N era in missione su Homs. Secondo una prima ricostruzione, l’elicottero non sarebbe stato abbattuto dal fuoco nemico. Si sarebbe trattato, quindi, di un guasto tecnico.
I corpi dei piloti sono stati trasferiti presso la base aerea di Khmeimim dopo essere stati prelevati dalle squadre di esfiltrazione rapida giunte poco dopo lo schianto. La causa ufficiale dell’incidente non è ancora nota. Solo indiscrezioni al momento.
Se si fosse trattato di un missile nemico, sulla rete sarebbero già stati pubblicati dei video così come avvenuto in altri episodi analoghi. Eppure sappiamo che la minaccia MANPADS (sistema missilistico antiaereo a corto raggio trasportabile a spalla) in Siria è reale.
Il Ministero della Difesa russo ha identificato tre diverse tipologie di sistemi terra-aria presenti in Siria: gli Strela-2 ( SA-7 'Grail'), gli Igla-1 (SA-16 'Gimlet') ed il cinese FN-6 (HY-6). Se non si trattasse di un guasto meccanico, saremmo davanti al primo abbattimento russo ad opera del fuoco nemico. Oltre alle contromisure del sistema L370 Vitebsk, il Mi-28N (ottimizzata per l’attacco notturno) sarebbe corazzato per resistere al fuoco delle mitragliatrici da 20 mm e per proteggere l’equipaggio da una caduta verticale fino a 12 m/s.
I membri del Mi-28, secondo il Ministero della Difesa russo, non sono sopravvissuti allo schianto. Nelle prossime ore è attesa una valutazione tecnica per chiarire le dinamiche dell’incidente.