Sono giorni particolari per la promozione dell’F-35 all’estero. Il caccia tattico di quinta generazione è da poche ore in Inghilterra per partecipare al Farnborough Air Royal International (foto apertura).
Il debutto internazionale dell’F-35 è stato accompagnato dalla pubblicazione di uno studio a firma dell'Istituto Mitchell con oggetto le capacità delle piattaforme di quinta generazione contro un paese X (Cina o Russia). Sarebbero le linee guida dell’Air Force su come intendono utilizzare l’F-35 in caso di conflitto. I militari, qualora scoppiasse un conflitto su larga scala contro un paese militarmente moderno, escludono da ogni pianificazione tattica di prima linea tutte le piattaforme aeree di quarta generazione. F-15 ed F-16 quindi, anche nelle loro versioni più performanti, non parteciperebbero alle prime fasi del conflitto e non prima di aver annullato la rete di difesa nemica S300/S400.
Lo scenario immaginato è quello del 2026. Le capacità di disturbo elettronico del nemico sono evidenti e tali da annullare le piattaforme antecedenti la quinta generazione. Il Pentagono si affida a quattro sistemi: F-22 per la superiorità aerea, F-35 per l’aspetto tattico ed i bombardieri B-2 e B-21. Secondo i militari, soltanto queste quattro piattaforme potrebbero sopravvivere in un ambiente ad alta densità e sfuggire ai missili terra-aria nemici di ultima generazione.
Sebbene nel rapporto non sia mai nominata la Cina, è evidente che il nemico sia proprio Pechino. Si parla di una "regione chiave all'estero", dove sarebbe presenta soltanto una super-base regionale, identificata in Australia. Tuttavia, gli stessi concetti possono essere applicati anche ad una guerra con la Russia.
Il Pentagono schiererebbe la sua componente aerea, in piccole unità, in tutto il Pacifico. In una guerra con la Cina, l’Air Force stima la perdita degli hub regionali già nelle primissime fasi del conflitto. Le capacità dell’F-35 sono nuovamente riprese per sottolineare il vantaggio tattico delle piattaforme, in grado di operare anche da strutture improvvisate. I caccia di quinta generazione, grazie alla tecnologia integrata, saranno in grado di operare impunemente senza alcun tipo di supporto a terra.
F-15 e F-16 (foto) resteranno sempre nelle retrovie come moltiplicatori di forze (Il pacchetto, soprannominato "F-15 2040C", consentirebbe all’Eagle di raddoppiare il numero dei missili trasportati). Nello studio non si fa riferimento al loro impiego come arsenali volanti, ma tale mutazione tattica è già in atto, sebbene al momento riservata ai bombardieri. La soluzione prospettata dell’Air Force è “l’arsenale volante” che si basa su una piattaforma, verosimilmente sarà il B-52, in grado di trasportare dalle retrovie decine di missili e bombe di precisione. Un’idea che l’Air Force ha preso in prestito dalla Marina, che ha convertito quattro sottomarini balistici classe Ohio per il trasporto di154 missili da crociera Tomahawk al posto dei 24 Trident. Appare evidente quanto l’Air Force faccia affidamento sulle piattaforme di quinta generazione, ma sembra più un esercizio dialettico che un reale piano operativo. Numeri alla mano, il Pentagono non può di certo sperare di presidiare le aree sensibili del pianeta e riuscire allo stesso tempo a vincere una guerra con la Cina o la Russia con soli 60/70 Raptor (123 convertiti al combattimento, ma bisogna considerare gli altri teatri ed i caccia in manutenzione).
Lo studio supporta a 360 gradi la nuova dottrina dell’Air Force, che si discosta nettamente da quella russa. Per i militari statunitensi il combattimento ravvicinato è ormai fuori moda, mentre sarà la migliore tecnologia implementata nelle piattaforme a decretare la vittoria nei contesti del futuro. Nella nuova dottrina, al caccia di quinta generazione spetterebbe l’avanscoperta oltre il raggio visivo grazie all’avionica di ultima generazione. Una volta identificata la minaccia, il caccia collegato in rete con “l’arsenale volante”, trasferirebbe le informazioni di puntamento.
L’Air Force spinge per avere in linea delle “forze da combattimento integrate”, in grado di svolgere svariati compiti in una sola missione. Gli aerei stealth, che non avrebbero più la necessità di “macchiare” il profilo, continuerebbero a coordinare molteplici attacchi dagli arsenali volanti operativi nelle retrovie.
Non la pensano così russi e cinesi che considerano il dogfight come prerogativa essenziale del caccia di quinta generazione. A più riprese, nello studio si rilevano le caratteristiche della bassa osservabilità, ma questo dovrebbe essere un dato reale in presenza di un profilo pulito. Uno dei principali limiti della configurazione a bassa osservabilità, è determinato dal carico interno delle piattaforme di ultima generazione. La capacità di trasportare internamente i sistemi d’arma è prerogativa essenziale per un profilo stealth pulito. La capacità interna di un F-35, con tutte la buone intenzioni che si possano avere e provare per lo JSF, non è da caccia da superiorità aerea. Ed in effetti non lo è, in quanto piattaforma esclusivamente tattica. Il problema è che l’F-22 (foto a dx), ad esempio, trasporta soltanto sei missili BVR, l’F-35 soltanto quattro.
L’F-35 visto proprio come un Next Generation Jammer? L'obiettivo dello studio è proprio quello di stimolare una discussione sull’ottimizzazione delle piattaforme di quinta generazione sul campo di battaglia di concerto con tutti gli altri asset americani ed alleati.
(foto: Lockheed Martin / U.S. DoD)