48 ore prima che firmasse gli accordi sul Nucleare, l’Iran ha testato un nuovo missile balistico basato sulla tecnologia della Corea del Nord. Il missile, esploso nella fase di spinta, è stato lanciato l’11 luglio dello scorso anno, nei pressi della città di Saman, ad ovest di Isfahan.
I servizi segreti americani avrebbero monitorato il test, ma ignorano quale sistema sia stato realmente lanciato. Forti indizi punterebbero il dito sulla versione iraniana del BM-25 Musudan della Corea del Nord. Se così fosse, la sua gittata di 2500 miglia gli consentirebbe di colpire le forze degli Stati Uniti in Medio Oriente ed Israele. Sarebbe il quarto tentativo noto, per un missile balistico lanciato dall’Iran, dopo la firma degli accordi.
Da rilevare che se da un lato gli accordi sul nucleare non menzionano i missili balistici, dall’altro sono espressamente vietati dalla risoluzione ONU 2231. Considerando lo sviluppo parallelo sia in Corea che in Iran, ad essere stato lanciato potrebbe essere stata una versione modificata del Musudan. Sappiamo che il 22 giugno scorso la Corea del Nord ha lanciato con successo un missile balistico a raggio intermedio Musudan. Il vettore, dopo cinque precedenti tentativi falliti, si è schiantato nel Mare del Giappone, dopo aver percorso una distanza stimata di 400/450 km e raggiunto una quota di oltre 1000 km. I lanci sono avvenuti dalla costa orientale del paese, nella città portuale orientale di Wonsan.
Nonostante la condanna internazionale e le dure sanzioni della Nazioni Unite, il Nord non ha mai rinunciato alle sue ambizioni nucleari. Lo Strategic Command ha confermato la traiettoria finale del Musudan nel Mar del Giappone. La Corea del Nord, in un comunicato ufficiale, dichiara una quota raggiunta di 1,413.6km.
Pyongyang ha anche pubblicato le prime fotografie del missile Hwasong-10 (ammesse che siano autentiche). Il "Musudan" in questione sembrerebbe essere più lungo del mock-up mostrato nel 2010 in parata. Probabilmente lungo quasi tre metri in più del missile R-27 standard, dovrebbe avere una capacità supplementare di quasi quattro tonnellate di carburante in più e, di riflesso, una maggiore gittata. Se cosi fosse avrebbe una gittata massima di 3000 km.
Nelle foto diramate da Pyongyang, si notano particolari accorgimenti al disegno iniziale del Musudan, probabilmente effettuati per conferire maggiore stabilità aerodinamica durante la fase di spinta. Il Hwasong-10 dovrebbe essere propulso dal motore 4d10, originariamente progettato e costruito per gli R-27 sovietici, per una spinta maggiore rispetto ai missili Scud e Nodong.
Saranno necessari altri test in diverse condizioni e traiettorie prima di convalidare il sistema e considerarlo un'arma strategica e affidabile, ma sono innegabili i progressi fino ad oggi ottenuti dalla Corea del Nord. Per l’ottimizzazione del sistema dovrebbero essere necessari altri due anni ed almeno quattro lanci.
Il missile balistico Musudan (Hwasong-10) noto anche come Rodong-B o BM-25 è la copia per impiego terrestre del sistema sovietico SS-N-6 Serb (R-27) che equipaggiava, durante la guerra fredda, i sottomarini classe Yankee. Fu radiato dai russi negli anni novanta: era in grado di trasportare una sola testata nucleare da 1-1,2 Mt.
Secondo una stima approssimativa, il Nord avrebbe costruito fino a 50 missili Musudan modificati. Indipendentemente dal successo del test, la Corea del Nord sarebbe riuscita a sviluppare dei sistemi propulsivi più potenti ed efficienti rispetto a quelli utilizzati in passato per i missili Nodong e Scud. Tali capacità potrebbero conferire il know-how necessario per la realizzazione di un vettore balistico intercontinentale, come il KN-08 e KN-14. Per sviluppare un missile balistico intercontinentale, Pyongyang deve ancora dimostrare di aver acquisito la tecnologia di rientro e di essere riuscita a miniaturizzare una testata nucleare.
Un missile balistico intercontinentale, dopo la fase di propulsione e spinta, raggiunge l’orbita terrestre per rilasciare il veicolo di rientro principale, la punta del missile. Quest’ultima, una volta posizionata tramite navigazione inerziale, rilascia le testate che colpiscono gli obiettivi rientrando dall’atmosfera terrestre. In realtà, la tecnologia dei razzi a lungo raggio e dei missili balistici intercontinentali è fondamentalmente la medesima. Entrambe differiscono solo nel “payload”. Il razzo Unha-3, ad esempio, è un'evoluzione dell'Icbm Taepodong-2. Il processo di miniaturizzazione, invece, non è mai stata verificato in modo indipendente dall’Occidente e non vi è alcuna prova della standardizzazione delle testate nucleari per il trasporto su vettori intercontinentali.
C’è poi un terzo fattore che vincola Pyongyang, determinato dal tipo di propellente utilizzato. La Corea del Nord utilizza ancora il propellente liquido per i suoi vettori: tecnologia, quest’ultima, ritenuta ormai “obsoleta” da tutte le potenze nucleari del pianeta.