Lockheed Martin, in collaborazione con Submergence Group LLC, produrrà i sommergibili da combattimento a secco (DCS o Dry Combat Submersibles) per i Navy Seal. Le specifiche del sottomarino a secco, progettato per ridurre la fatica e l’esposizione ad elementi come l'acqua fredda o ghiacciata, parlano di un vettore lungo al massimo 31 piedi (9,7 metri) e dotato di una completa suite di sensori tra sistemi di navigazione, giroscopi, sonar e che implementi la tecnologia anti-collisione.
I nuovi asset, grazie alla nuova batteria al litio da 60 ore, possono operare a distanze e profondità maggiori rispetto agli attuali SDV. A differenza delle precedenti tecnologie per le batterie agli ioni di litio, questa offre una maggiore stabilità e garantisce la sopravvivenza di tutti i sistemi di bordo grazie ad una di gestione termica che previene l’instabilità delle cellule.
Secondo i termini del contratto, lo Special Operations Command ha staccato un assegno da 166 milioni di dollari a Lockheed Martin per la realizzazione di tre DCS, pesanti trenta tonnellate. I lavori saranno eseguiti a Plymouth, nel Regno Unito ed Palm Beach County, in Florida.
Nel 1994, il Pentagono ha stanziato 524 milioni di dollari per la costruzione di una nuova flotta di sei sottomarini da 65 piedi per le operazioni segrete dei Seal. Nove anni dopo, il programma toccò la cifra record di due miliardi di dollari con consegne non ancora iniziate.
Nel 2011, il SOCOM decise di lanciare un programma per mini-sottomarini a secco noto come Dry Submarine Program. I Navy Seal erano alla ricerca di un nuovo minisottomarino a secco per l’infiltrazione delle piccole unità sulle coste nemiche ed in ambienti ostili.
Il Comando Operazioni Speciali degli Stati Uniti o SOCOM ha testato vari prototipi. Lo Swimmer Delivery Vehicle dei Seal (foto a dx), è fondamentalmente un sottomarino non sigillato. Gli operatori sono immersi nell’acqua: tra i Seal è chiamata anche la "bara allagata".
Nella prefazione dello Special Operations Command per il Dry Submarine Program si legge: “Il nostro obiettivo è di portare a termine le nostre missioni e schierare operatori al meglio delle loro condizioni. Farli restare al caldo ed asciutti, mentre aspettano di entrare in azione, riuscendo anche a conversare liberamente tra di loro, è fondamentale per la riuscita della missione”.
(foto: Lockheed Martin / U.S. Navy)