Il Ministero della Difesa russo ha ufficialmente siglato con la società Uralvagonzavod, l’acquisto del primo lotto di cento T-14 Armata. Non sono stati diramati altri dettagli: si ignorano sia i tempi di consegna che il costo complessivo dell’operazione.
Secondo il maestoso piano di riarmo, che si concluderà entro il 2020, le forze di terra russe dovrebbero ricevere qualcosa come 2300 sistemi Armata. Ogni singolo carro armato T-14 dovrebbe avere un costo di 400 milioni di rubli, poco meno di 7,4 milioni di dollari.
La piattaforma prodotta dalla Uralvagonzavod è stata presentata ufficialmente il nove maggio dello scorso anno, in occasione del settantesimo anniversario della Giornata della Vittoria.
Quello che è stato definito in patria come ‘il più potente carro armato del pianeta’, è un MBT da 48 tonnellate propulso da un motore diesel a dodici cilindri da 1500 cavalli che gli conferisce una velocità massima di 90 km/h con autonomia di 500 km. Le linee pulite del nuovo carro armato, rappresentano il principale cambiamento rispetto alla tradizione russa.
La caratteristica fondamentale del nuovo MBT è la torretta totalmente automatizzata, equipaggiata con una completa suite di sistemi d’arma. Sul tetto della torretta trova posto una mitragliatrice pesante da 12,5 mm controllata digitalmente. I tre membri dell'equipaggio (ma può andare in battaglia anche con due) sono collocati in una sorta di ‘capsula’ blindata nella parte anteriore dello scafo.
Il T-14 è armato con un cannone ad anima liscia da 125 millimetri che può sparare munizioni ad alta potenza tra cui proiettili perforanti, missili guidati ed ogni tipo di munizione pesante russa progettata per gli MBT. Secondo le stime russe, il cannone 2A82, ritenuto in grado di colpire un bersaglio ad 8 km, conferisce una maggiore energia cinetica rispetto al Rheinmetall dal 120mm del Leopard-2. Automatizzato anche il caricamento dei 32 colpi trasportati internamente. Il cannone 2A82 può sparare fino a dodici proiettili al minuto. Da rilevare che il sistema Armata è stato concepito come una piattaforma di combattimento universale modulare che sarà utilizzata come base per diversi di veicoli da combattimento. L’armamento principale, ad esempio. Alcune versioni potrebbero montare il Koalitsiya-SV 2S35, sistema di due cannoni sovrapposti da 152 millimetri in grado di sparare sedici colpi al minuto. Il Koalitsiya-SV 2S35 è stato già testato su una piattaforma Armata. Se questo dispositivo fosse confermato, il progetto è stato ufficialmente cancellato cinque anni fa, il T-14 potrebbe essere dotato dei cannoni più potenti mai installati su un carro armato.
Appare evidente, guardando le specifiche, che i progettisti russi abbiano sfruttato a fondo le teorie israeliane ed americane per le forze corazzate, estremizzandole con la tecnologia attuale della nuova filosofia russa. Il T-14 è protetto dalla tecnologia attiva universale Afganit, sistema che utilizza un radar doppler per rilevare i proiettili in arrivo, come granate e missili. Rilevato il proiettile, la difesa lancia un razzo intercettore per distruggere il corpo in arrivo. Secondo i russi, questa sarebbe la protezione definitiva contro gli elicotteri Apache. Secondo la US Army, invece, Afganit è in grado di rilevare solo una particolare e limitata classe di granate e minacce anticarro.
Il T-14 è dotato di una suite di telecamere ad alta risoluzione che conferiscono agli operatori dell’Armata piena consapevolezza a 360 gradi. Il T-14 è protetto dalla corazza 44S-SV-SH progettata dalla Steel Scientific Research Institute. La particolare inclinazione e composizione della corazza (probabilmente si tratta di una evoluzione della Kaktus) è stimata in 900 mm nella parte frontale. L’armatura è stata progettata per operare a bassissime temperature, segno inequivocabile della futura e massiccia presenza russa nelle regioni artiche.
Il nuovo carro armato, infine, incorpora elementi visti nei progetti Object 195 e Black Eagle. Il T-95 (Object 195) sarebbe dovuto essere il carro armato russo di quarta generazione. Annunciato fin dal 1995, fu considerato obsoleto rispetto all’epoca in cui sarebbe dovuto entrare in produzione. Lo Stato Maggiore russo cancellò il progetto nel maggio del 2010, preferendo destinare le risorse disponibili per modernizzare i T-90. Le capacità acquisite con il T-95 sono state implementate nel T-99.
L’Aquila Nera o Chyorny Oryol in russo, è probabilmente rimasto un prototipo anche se tutte le informazioni che lo riguardano sono classificate. Sappiamo che il suo telaio si basa sul T-80U, anche se lo scafo è leggermente più lungo. La sua corazza frontale è di tipo reattiva esplosiva di nuova concezione. Il suo nome in codice è Kaktus ed è considerata ancora più efficace (specialmente per i proietti a energia cinetica) dell’attuale corazza reattiva di terza generazione Kontakt-5. L’Aquila Nera dispone anche di un sistema di protezione attiva Drozd-2, molto più efficace del sistema Arena. Il Black Eagle monta infine un cannone da 125mm 2A46 a canna liscia con capacità Atgm.
(foto: UralVagonZavod)