La perdita di coscienza indotta dalla forza G, anche detto G-LOC (G-force induced Loss Of Consciousness), può verificarsi quando un pilota si sottopone ad una manovra che prevede un'accelerazione troppo elevata per il suo fisico. Questo provoca l'assenza di ossigeno a causa della mancanza di un corretto flusso di sangue al cervello, provocando un black-out momentaneo (cosìddetta "visione nera") che in volo può rivelarsi fatale.
Un documento declassificato dall'U.S. Air Force ha recentemente dimostrato come un sistema di autopilota sia stato in grado di salvare la vita di un pilota di F-16 Fighting Falcon che, in stato di incoscienza, dirigeva con i postbruciatori al massimo verso il suolo. A seguito di una stretta virata e con un peso otto volte maggiore, in pochi secondi il pilota perde conoscenza lasciando il suo caccia senza controllo e in costante perdita di quota. L'F-16 picchia verso il suolo quando l'istruttore, allarmato, intima all'allievo (nominativo Sully 2) di 'recuperare'.
A quota 8.760 piedi e con una velocità di 652 nodi (oltre 1.200 Km/h) interviene l'Auto-GCAS, Automatic Ground Collision Avoidance System, eseguendo una cabrata di recupero per prevenire lo schianto dell'F-16 che, in una manciata di secondi, ha persone 4.370 piedi di quota, quasi un terzo della quota iniziale.
Poco dopo Sully 2 riprende coscienza e tutto si conclude per il meglio.
Questo 'sistema di recupero automatico' è stato introdotto negli F-16 alla fine del 2014, ed è progettato per intervenire quando rileva il rischio di una collisione imminente con il suolo. Il sistema analizza la traiettoria del velivolo e, se registra il rischio di una collisione, effettua automaticamente una rapida correzione (anche oltre i 5 G) per ritrovare l'assetto.
Dalla sua introduzione questo è il 4° caso registrato nel quale l'Automatic Ground Collision Avoidance System si è rivelato provvidenziale: se questo incidente fosse avvenuto in assenza del Auto-GCAS, Sully 2 probabilmente sarebbe stato spacciato.