Il nono T-50, equipaggiato con radar AESA e controllo vettoriale tridimensionale della spinta, ritorna a mostrarsi nelle ultime foto diramate dall’Aircraft Association Komsomolsk-on-Amur.
Il nono dimostratore, in configurazione finale, sta effettuando delle prove di volo dallo scorso ottobre: si concluderanno entro la settimana. Il decimo ed undicesimo prototipo del Sukhoi T-50 voleranno entro il prossimo mese di gennaio. Il dodicesimo ed ultimo velivolo dello squadrone T-50, sarà consegnato tra otto mesi al Ministero della Difesa. I dodici T-50 continueranno ad essere soggetti a svariati test prima di impegnare il Cremlino con un ordine di diversi miliardi di dollari.
Avviata la Low Rate Initial Production, il costo del PAK-FA dovrebbe attestarsi sui 100 milioni ad esemplare. Il design è ritenuto abbastanza sofisticato se non simile per prestazioni a quello dell’F-22 Raptor. Se possa essere anche superiore questo è tutto da dimostrare. L'impianto di produzione nell’Estremo Oriente russo, avvierà la produzione di massa tra la fine del 2017 ed il 2018.
Il Sukhoi T-50, del programma Pak-Fa, si è alzato in volo per la prima volta il 29 gennaio del 2010, privo di parte dell’avionica come il radar ed i sistemi di gestione degli armamenti. Il T-50 rappresenta la prima esperienza per i russi con i materiali radar assorbenti (Ram), rispetto a quella trentennale maturata dagli americani con l’F-117. Gli aggiornamenti sul PAK-FA furono poi bruscamente interrotti a causa di problemi non meglio precisati. Negli ultimi sei anni, i sei prototipi del T-50 hanno completato soltanto 700 voli di prova.
L’ultimo incidente noto di un T-50 risale al 10 giugno del 2014, quando uno dei due motori del quinto prototipo prese fuoco. Dalla Sukhoi dovettero sospendere la produzione del sesto prototipo ed utilizzare le componenti già realizzate per riparare il velivolo danneggiato. I problemi sembrerebbero stati superati con il settimo e l’ottavo T-50, quest’ultimo dotato sia di radar AESA che del controllo vettoriale tridimensionale della spinta. Tre dei cinque prototipi PAK-FA del secondo lotto, sono operativi nel centro di prova di Akhtubinsk, presso il Ministero della Difesa, specializzato nella sperimentazione dei sistemi di missione. Risultano registrati il T-50-3, il T-50-4 ed il T-50-5R. Quest’ultimo PAK-FA implementa radar e sensori di targeting. I prototipi T-50-1 e T-50-2 si trovano a Zhukovsky, vicino Mosca, per effettuare diversi test di carico esterno. Il T-50 è attualmente propulso da con una coppia di AL-41F1, sviluppati per i Su-35 Flanker-E. Sebbene eccezionali per le piattaforme pre-stealth, come il Su-35, i propulsori AL-41F1 non sono stati progettati per il particolare profilo di un caccia di quinta generazione. Il T-50 è stato progettato per gli Izdeliye 30, ma lo sviluppo dell’apparato propulsivo si completerà soltanto tra il 2025 ed il 2027 (anche se tale stima potrebbe essere rivista).
Nel 2018, anno in cui dovrebbe iniziare la produzione seriale del T-50, i russi contano di aver ultimato lo sviluppo dei propulsori di seconda generazione. Non dovrebbe trattarsi dell’Izdeliye 30, ma di una nuova versione dell’AL-41F1 in grado di esaltare le caratteristiche della piattaforma di quinta generazione. I propulsori di seconda generazione dovrebbero consentire la certificazione di Capacità Operativa Iniziale. La propulsione è l'aspetto più impegnativo e costoso per lo sviluppo di qualsiasi piattaforma aerea. Dalle affidabili turboventole F119 dell’F-22, ad esempio, deriva il Pratt & Whitney F135 dell’F-35. La transizione per quella che sembrava una semplice evoluzione, non si è rivelata cosi naturale e priva di difficoltà tecniche, ancora oggi in parte non risolte. I russi confermano che i Pak-FA saranno costruiti in un numero compreso tra 800 ed i 1000 esemplari, esportazioni comprese.
Per il T-50, si prevede un ciclo operativo di quarant'anni, con un costo stimato di 100 milioni di dollari a caccia. Non esistono dati sui costi di sviluppo sostenuti. Il solo termine di paragone occidentale per il caccia T-50 è l’F-22 Raptor. Nonostante ciò, in molti preferiscono rapportarlo alla piattaforma tattica F-35, non progettata in alcun modo per il combattimento manovrato e con specifiche e parametri di missione profondamente diversi.