Essere eletto presidente degli Stati Uniti d’America ha i suoi privilegi e i suoi oneri: tra questi si annovera quello di ricevere immediatamente uno smartphone criptato a prova di hacker per gestire e custodire alcuni tra i dati più sensibili della terra, e conseguentemente il dovere di usarlo.
Il Defense Information Services Agency, o DISA, ha iniziato a dotare il presidente in carica di un modello modificato di Boeing Black per gestire i dati 'top secret' in seguito all’adempimento del Mobility Classified Capability program. Il dispositivo, un telefono dual-sim-card su base Android che può passare tra le reti civili e reti classificate, tra cui WCDMA, GSM, LTE, 3G, è di fatto un VDI (Virtual Desktop Infrastructure): dunque poco più che un’interfaccia di un portale virtuale esterno che incamera e custodisce fisicamente i dati. Ciò nonostante la sua caratteristica più peculiare è quella di autodistruggersi se sottoposto a qualsiasi genere di sollecitazione.
“Ogni tentativo di smontare o violare le componenti del dispositivo innescherebbe un sistema preposto a cancellare i dati e il software contenuto all'interno del dispositivo rendendolo inutilizzabile” ha dichiarato la Federal Communications Commission, che ha diffuso tutte le specifiche conosciute e divulgabili sullo smartphone presidenziale.
Il Boeing Black presidenziale, conseguito da una collaborazione tra l’NSA, DISA, Boeing e altri partner, è stato consegnato all’ex presidente Barack Obama nel novembre del 2014, e ora dal 20 gennaio al neo eletto Donald Trump. Secondo quanto riportato da Associated Press però, il Tycoon non lo starebbe ancora utilizzando però, o non starebbe utilizzando unicamente quello. Il presidente Trump infatti sarebbe ancora in possesso del suo comunissimo e non criptato Samsung Galaxy con sistema operativo Android. Questa scelta incauta sta preoccupando non poco gli esperti di sicurezza che temono - a maggior ragione dopo i recenti attacchi hacker che hanno scosso l’opinione pubblica americana - che qualsiasi 'lupo solitario' potrebbe violare un dispositivo di consumo così diffuso, entrando in possesso di e-mail, dati sensibili, o ancora peggio intercettando le conversazioni di quello che fino a prova contraria è l’uomo più influente sul pianeta.
(foto: White House)