Storie Naturali, di Plinio il Vecchio è - secondo quanto affermato dal nipote Plinio il Giovane - una "opera vasta, erudita, non inferiore alla stessa natura, per varietà di argomenti". Suddivisa in 37 libri e pubblicata nel 77 d.C., era dedicata all'Imperatore Tito.
Plinio il Vecchio, raccoglie nella sua opera, tutto il sapere del tempo. Nel X libro parla degli animali, reali e fantastici, e raccoglie anche notizie storiche che con questi hanno a che fare. È così che accenna al fatto che le legioni romane, a partire dal secondo consolato di Gaio Mario (intorno al 103 a.C.), adottarono l'aquila come simbolo caratteristico.
Plinio afferma che già in passato l'aquila era uno dei simboli utilizzati dalle legioni, assieme al lupo, al minotauro, al cavallo e al cinghiale.
Per questo motivo, afferma, il quartiere invernale di una legione veniva situato dove era presente una coppia di aquile.
La storia dell'aquila utilizzata come simbolo della legione romana è certamente nota a tanti. Forse però è meno nota quella delle oche e delle attività legate alla raccolta delle piume.
Plinio ci racconta che le migliori piume d'oca provenivano dalla Germania, dove le oche erano più piccole di quelle romane e venivano chiamate "gante".
Il prezzo di quelle piume, in quei tempi, era di cinque denari per libbra e a causa di ciò, aggiunge, accadeva spesso che i capi delle truppe ausiliarie venissero messi sotto processo con l'accusa di aver spedito le coorti a catturare le oche, sguarnendo i posti di guardia.
Plinio aggiunge, sconcertato: "siamo giunti a tale mollezza nei nostri costumi che neppure le nuche degli uomini possono fare a meno delle piume!", immagino che si riferisse al fatto che con le piume, già allora, si producessero i cuscini.
(foto: antica moneta dell'imperatore Vespasiano con sul retro l'aquila della legione e simbolo del potere imperiale)