È morto Dennis Barry, l’ultimo pilota del 616 South Yorkshire sqd., la squadriglia pioniera dei jet a reazione della Royal Air Force che più di tutte contribuì a difendere l’Inghilterra dalle famigerate bombe volanti di Hitler: le V-1.
Aviolanciate dalle rampe terrestri delle basi nel nord della Francia e del Belgio, le Fieseler Fi 103 - più note come V-1 - erano spinte da un esoreattore e grazie al giroscopio del quale erano dotate si dirigevano autonomamente sull’Inghilterra per trasportare la loro carica esplosiva di oltre 800 chilogrammi di Amatolo. Non appena intercettate dai radar l’ordine di ‘scramble’ veniva impartito agli squadron dotati delle ultime versioni di Supermarine Spitfire - che montavano i nuovi motori Rolls-Royce ‘Griffon’ capaci di spingerli fino a 800 km/h - e a quelli dotati dei primi caccia a reazione impiegati dagli alleati: i Gloster Meteor soprannominati “Meatbox”.
I Meteor mk.III e IV, che montavano una coppia di turbogetti Rolls-Royce Derwent, potevano raggiungere con facilità la velocità di crociera delle bombe voltanti, una volta intercettate, per poi farle saltare in aria in volo con le raffiche dei 4 cannoncini Hispano 20mm alloggiati ai lati del muso.
Almeno un quinto delle 4000 bombe volanti intercettate e distrutte potrebbero essere state abbattere dalla caccia della RAF.
Barry, che concluse la sua carriera come Squadron leader del 616 sqd., si era arruolato all’età di 19 anni e fu uno dei primi a volare sui reattori della RAF. Prima delle missioni atte ad intercettare le armi di rappresaglia naziste, volò sugli Hurricane e sugli Spitfire, prendono parte alle rischiose missioni di bombardamento strategico che precedettero il D-Day: per questo venne insignito dai francesi della Croix de Guerre avec Palme.