È terminato oggi un periodo di addestramento in alta quota, che ha visto le truppe alpine dell’Esercito operare dallo scorso 21 agosto sul ghiacciaio della Marmolada – il più grande delle Dolomiti – al confine tra Trentino e Veneto. Qui, dove correva la linea del fronte tra il Regno d’Italia e l’Impero austro-ungarico, 100 anni fa fu combattuta una logorante guerra di posizione resa ancora più cruenta dall’asperità di un ambiente naturale ostile e proibitivo, che inflisse dure perdite ad entrambi gli schieramenti.
Un’attività complessa, essenziale nell’ambito dell’addestramento di specialità peculiare delle truppe alpine per mantenere il personale costantemente aggiornato ed in grado di saper operare in un ambiente che richiede elevata preparazione fisica, grande equilibrio mentale ed un livello di attenzione sempre alto per ridurre al minimo i rischi che la montagna comporta.
Gli alpini, impegnati nella condotta di manovre di progressione e soccorso su terreno ghiacciato, sono dovuti inoltre intervenire con proprio personale specializzato anche per identificare e segnalare alle autorità competenti alcuni residuati bellici (foto), risalenti alla prima guerra mondiale e riaffiorati pericolosamente in superficie a causa dello scioglimento del ghiaccio. Si tratta nello specifico di tre ordigni – un proietto d’artiglieria e due bombe a mano - rinvenuti durante l’attività addestrativa e per i quali sarà necessario condurre in futuro specifici interventi di neutralizzazione e bonifica.
Il corretto svolgimento dell’esercitazione è stato possibile grazie al supporto ed al coordinamento fornito dalla società Marmolada S.r.l.