La strategia operativa inerente lo sviluppo dell’U.S. Navy nel XXI secolo si basa su tre tipologie di principi e capacità fondamentali, a loro volta definite Sea Strike (proiezione di potenza offensiva dal mare), Sea Shield (proiezione di potenza difensiva) e Sea Basing (dispiegamento e capacità di manovra degli assetti logistici in mare).
I tre principi sono in stretta connessione, oltre a essere inseriti in una architettura rigorosamente joint allo scopo di ottimizzare le sinergie derivanti dall’impiego di assetti terrestri, navali, aerei, spaziali e informatici. La loro implementazione viene codificata in un concetto operativo globale (Global ConOps) nel cui ambito le nuove unità navali LCS (Littoral Combat Ship) garantiscono una presenza continua ed efficace nelle aree avanzate.
Il requisito operativo delle LCS riguarda delle unità di ridotte dimensioni, riproducibili in grande serie, molto veloci e spendibili negli scenari littoral, dove è necessario garantire l’accesso dal mare a favore di altre tipologie di assetti militari destinati a loro volta ad influenzare in maniera massiccia e decisiva il teatro della battaglia e dove le minacce da fronteggiare – principalmente asimmetriche – comprendendo naviglio subacqueo insidioso armato con siluri e missili antinave, batterie missilistiche costiere, unità veloci sottili, mine, mezzi aerei ad ala fissa e rotante.
Il concetto operativo delle LCS è totalmente nuovo, e prevede l’inserimento di queste unità in un’ampia architettura informatica di cui fanno parte unità navali (uguali e/o di altre tipologie) con e senza equipaggio, velivoli pilotati e non, sensori satellitari e subacquei, con cui condividere le informazioni operative al fine di un impiego ottimizzato e sinergico.
A dicembre del 2015 il Pentagono ha deciso di stabilizzare il programma a 40 unità, mentre nel settembre del 2016 la U.S. Navy ha deciso alcuni radicali cambiamenti organizzativi: le LCS avranno due equipaggi che si alterneranno ogni sei mesi, come abitualmente avviene per i sottomarini oltre che per i pattugliatori e cacciamine dislocati nel Golfo Persico.
Le LCS verranno organizzate in squadriglie di 4 unità ciascuna, di cui tre operative mentre la quarta verrà utilizzata per l’addestramento. Le prime 20 unità resteranno all’attuale livello LCS block 0 (anche se potrebbero ricevere qualche miglioria in futuro); le successive 20 block 1 saranno classificate FF e costruite con tutte le migliorie. Le FF avranno una maggiore capacità di sopravvivenza (protezione balistica nelle aree vitali, lancia-inganni NULKA, di guerra elettronica SEWIPS Blk-II LITE) e maggiori capacità d’attacco (sistema di combattimento Combat SS-21, compatibile con AEGIS, missili antinave, difesa di punto SeaRAM, cortina idrofonica MFTA, radar TRS-4D, 2 mitragliere Mk-38 da 25 mm, in aggiunta al cannone Bofors Mk-3 da 57 mm). Nella configurazione ASW (Anti-Submarine Warfare, ndr) disporranno anche di un VDS CAPTAS-4 Compact, di un sistema di processing SSQ-89, nonché di un sistema di contromisure anti-siluro, e di siluri leggeri Mk-54. Nella configurazione SUW (Surface Warfare, ndr) saranno equipaggiate con due mitragliere Mk-50 da 30 mm, un lanciatore verticale a 24 celle per missili imbarcati AGM-114B HELFIRE-LONGBOW (SSMM, Surface-to-Surface Missile Module), e due RHIB da 11 metri per le squadre d’abbordaggio. La componente aerea sarà costituita da un MH-60R e due MQ-8C.
(foto: U.S. Navy)